La vittoria del 1989: il preludio
La stagione 1988-1989 comincia con tanto entusiasmo, al Centro Sportivo “Paradiso” di Soccavo. Nell’anno precedente, gli azzurri hanno conquistato un secondo posto in campionato ed il loro cammino in Coppa Italia si è arrestato ai quarti di finale; troppo forte il Real Madrid, tuttavia, ai sedicesimi di finale della UEFA Champions League. Il secondo posto racimolato in campionato sta a significare che l’anno successivo sarà Coppa UEFA.
Le urne mettono di fronte gli azzurri ed il PAOK Salonicco, ai trentaduesimi di finale: basta un 1-0 con gol di Maradona dagli 11 metri ed un 1-1 firmato Careca al ritorno, per concedere alla squadra di Ottavio Bianchi l’accesso al turno successivo. Ad aspettarli c’è la squadra della DDR, la Lokomotive Lipsia. L’andata in campo tedesco si rivela ostica e, al 67′, Zimmerling porta in vantaggio i gialli; sarà Francini, cinque minuti dopo, a firmare un gol di importanza fondamentale. Al ritorno, è tutt’altra storia: 2-0 secco (a segno ancora Francini ed un autogol) e Napoli al turno successivo.
Dopo aver eliminato i francesi del Bordeaux agli ottavi di finale, il destino dimostra cosa può fare quando interpellato: ai quarti di finale è Juventus-Napoli. L’andata a Torino finisce 2-0 per i bianconeri, vittoriosi grazie ad un gol di Bruno e ad un autogol di Corradini. Tutto porta a pensare che sia finita, ma un rigore di Maradona ed un gol di Carnevale portano il match ai supplementari nella sfida di ritorno. Al 119′, all’ultimo respiro e con le ultime forze, Renica firma (forse) il gol più importante della sua carriera e trascina i suoi compagni in semifinale.
“Life is Life”: Maradona e la Germania
Se vi state chiedendo in che partita e in che anno Maradona viene filmato mentre palleggia (in maniera divina) sulle note del brano degli Opus, la risposta è contenuta in questo articolo. In semifinale, ancora una tedesca (stavolta dell’Ovest): è il Bayern Monaco. Al San Paolo, nonostante una partita maschia e complicata, Careca e Carnevale mettono il turbo e firmano un 2-0 che basterebbe agli azzurri per andare in finale; al ritorno, è “Life is Life”. Già ammirando le gesta di Maradona in quel video diventato inconsapevolmente storico, si può capire quanto il Napoli tutto fosse in fiducia: finisce 2-2 ed il Napoli è in finale.
Altra gara, altra tedesca. Lo Stoccarda di Klinsmann e Gaudino è una squadra preparata, di talento ma anche di “lotta”. Il 3 maggio 1989, in un San Paolo gremito in cui la tensione si può tagliare con un coltello, sono i tedeschi (proprio con Gaudino, ndr) a passare in vantaggio al 17′. Nel secondo tempo il Napoli è ancora sotto, quando al 60′ si presenta un’occasione dagli 11 metri per Maradona: gol. Ventisette minuti dopo, quasi allo scadere, è ancora Careca a timbrare il cartellino.
La data della svolta è il 17 maggio, al Neckarstadion. Succede di tutto: al gol di Alemao, risponde Klinsmann, ed al 39′ è un figlio di Napoli come Ferrara a mettere una mano sulla coppa. Non servono a nulla l’autogol di De Napoli ed il gol di Schmaler; Careca, per l’ennesima e l’ultima volta, chiude i conti per tutti e gli azzurri portano a casa il primo grande trofeo europeo.
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