“Die Besten, The Champions”. Il trofeo più affascinante del calcio europeo e (forse) mondiale, il traguardo di ogni singolo calciatore e di ogni squadra. Dalla fine di Diego Armando Maradona all’inizio della favola de “El Matador” Cavani, un salto temporale di 21 anni per riascoltare quella musica allo stadio. Che sia finita con tanto rancore non conta: il Napoli era tornato tra i più grandi d’Europa.
Storia del Napoli
Storia del Napoli. Una rubrica sul Napoli e di uno sport simbolo di rivalsa di una città costretta, da sempre, a subire il divario con le potenze settentrionali. Una storia di amore e odio, “guerra e pace”, di gioie e delusioni. Non solo personalità legate al mondo azzurro, ma anche momenti che hanno segnato inevitabilmente la storia del club.
La storia calcistica della città partenopea e del Napoli parte (in “dottrina” ci sono pareri discordanti) nell’agosto del 1926, quando Giorgio Ascarelli decise di cambiare il nome dell’allora Internaples in Associazione Calcio Napoli. Il primo campionato giocato dal club fu la Divisione Nazionale 1926-1927, che si concluse in maniera abbastanza tragica: 18 partite giocate ed un solo punto, con annessa retrocessione in Prima Divisione.
Da quella debacle iniziale alla conquista della sesta Coppa Italia sono passati all’incirca 94 anni, ricchi di momenti rimasti impressi nella memoria calcistica di ogni appassionato. Da quel caldo giorno d’estate tirrenica, l’azzurro non è stato il colore predominante soltanto in Italia, bensì anche in Europa: il primo trofeo in bacheca di importanza notevole sarà la Coppa Italia 1962, conquistata nonostante la militanza in Serie B nella stessa stagione.
Nato e morto a Napoli, facendo la storia. Il nome di Giorgio Ascarelli è legato eternamente alla città nuova, un legame talmente stretto tra il mito e la sua terra da sfuggire alle leggi razziali dell’epoca fascista. Non è stato soltanto un imprenditore, un dirigente federale rispettato ai “piani alti”, un industriale tessile: è stato di più. Se oggi si può godere del limpido azzurro al “Diego Armando Maradona”, se si può urlare alla vittoria o al gol è grazie a lui, all’idea presa forma nel 1926. Se oggi il Napoli è diventato simbolo di una città intera, è grazie a lui.
La stagione 2017-2018 è stata, per certi versi, la più emozionante del ciclo sarriano al Napoli. Un calcio esteticamente perfetto e che, proprio in quest’annata, sembrava potesse diventare anche efficace. C’è stato un giorno in cui gli azzurri, allo Stadium, hanno accarezzato quel sogno scudetto; ma, come la narrativa calcistica ci ha mostrato in varie occasioni, lo sport sa essere crudele ed ingiusto. Eppure, quella vittoria non è mai stata dimenticata.
Era l’anno della riapertura del mercato agli stranieri, di Bruscolotti e del “Giaguaro” Luciano Castellini, ma soprattutto di Ruud Krol…
Era il 1974, il Mondiale di Germania aveva coronato la squadra di casa come campione del mondo; tuttavia, il mondo intero ricorderà i vinti più che i vincitori, l’Arancia Meccanica. Quel tipo di calcio, nello stesso anno, non svanirà nulla e sarà riproposto dal Napoli di Luis Vinicio, che lotterà per lo scudetto, sfumato per un gol dell’ex di Jose Altafini. “‘O Lione” porterà innovazione, calcio a zona e squadra corta, nel segno di Rinus Michels e Johan Cruijff, alimentando sogni e speranze della città di Napoli.
E’ Napoli contro Juventus, Sud contro Nord. Uno scontro che ha dato vita a partite memorabili, campionati avvincenti e tanto altro, come i “core ‘ngrato” che hanno giocato con entrambi i club, esultando con l’azzurro ed il bianconero cucito addosso.
Il 22 luglio 2010 è una data che i tifosi napoletani ricorderanno con tanto affetto. Qualora vi dovesse capitare di girare nelle viuzze della città, provate a chiedere ad ogni anima pia che abbia un minimo di respiro di Edinson Cavani; in tanti, ma in tanti, vi snoccioleranno ogni sua azione. In tre anni, quel ragazzino proveniente dal Palermo farà fare un giro sulla giostra agli appassionati del club azzurro, giocando 138 partite e timbrando il cartellino ben 104 volte. Arrivato con l’etichetta di scommessa, diventerà uno dei migliori della storia del club.
Una rubrica sul Napoli e di uno sport simbolo di rivalsa di una città costretta, da sempre, a subire il divario con le potenze settentrionali. Una storia di amore e odio, “guerra e pace”, di gioie e delusioni. Non solo personalità legate al mondo azzurro, ma anche momenti che hanno segnato inevitabilmente la storia del club