
Guardando all’ampia scelta di musei presenti sul territorio della città di Napoli, forse pochi immaginano che sia presente, anche, un museo di Paleontologia. Pensando ai musei cittadini si pensa subito all’Archeologico, a Capodimonte, al Madre, al nuovissimo museo delle Gallerie d’Italia, ma forse non tutti sanno che sono presenti anche musei di scienze naturali inseriti nel contesto universitario come i musei di Mineralogia, Paleontologia, Zoologia, Antropologia e Fisica.
Il Centro musei delle scienze naturali
Dal 1992 è stato istituito il centro musei delle Scienze naturali dell’università Federico II, con sede nel vecchio Collegio Massimo dei Gesuiti, quella che per i gli studenti federiciani è molto semplicemente “mezzocannone 8”, qui hanno sede tutti i musei dell’università a esclusione di quello di paleontologia di cui parleremo oggi e che si trova nel complesso di San Marcellino e Festo a largo San Marcellino 10.
I vari musei sono stati istituiti nell’arco di circa due secoli: prima il Real Museo Mineralogico nel 1801 a opera di Ferdinando IV di Borbone; nel 1813 venne istituito, durante il periodo murattiano, il museo di Zoologia sulla base di una serie di donazioni di collezionisti e reperti della stessa famiglia Borbone; nel 1881 venne istituito quello di Antropologia a opera di Giustiniano Nicolucci e che può vantare anche dei reperti donati da Schliemann provenienti da Troia II; al 1932 risale, invece, il museo Paleontologico con una vasta collezione di circa 50000 fossili organizzati per provenienza geografica; il più recente è invece il museo di Fisica che aveva sede dal 1983 al 2005 al dipartimento di Scienze Fisiche, mentre ora è anch’esso a mezzocannone 8.
Il museo di Paleontologia di Napoli
Come abbiamo già detto il museo di Paleontologia può contare su un vasto assortimento di fossili e altri reperti di circa 50000 oggetti inventariati, anche se la sua istituzione è datata al 1932, nel secolo precedente già era presente una collezione di fossili tra le disponibilità dell’università che però non aveva un proprio corpus autonomo essendo stati acquistati inizialmente per il museo mineralogico e per quello geologico. A oggi, nonostante abbia una collezione importante e sia stato istituito solo recentemente, bisogna ricordare che il museo ha subito danni molto gravi durante il secondo conflitto mondiale perdendo durante un bombardamento una parte della raccolta di pesci di Bolca e Lecce risalente all’Eocene e al Miocene.

L’inventario del museo è suddiviso in due parti, la prima è la Collezione Generale, suddivisa in invertebrati, vertebrati e vegetali con provenienza sia nazionale che internazionale. Per quanto riguarda l’altra parte dell’inventario è occupato dalle Collezioni Speciali che vede invece i fossili raggruppati sulla base della località di provenienza e l’età geologica.
Nelle collezioni sono presenti un gran numero di pezzi di pregio basti pensare ai calchi di Ciro, di cui già abbiamo parlato; a una serie di fossili di pesci e molluschi provenienti da tutta la Campania e dal sud Italia a cui si aggiungono anche i reperti stranieri come i grandi rettili marini acquistati nell’Ottocento in Germania o l’allosauro di cui l’università è entrata in possesso nel 1996. Sono poi presenti fossili e scheletri di grandi mammiferi preistorici come l’orso delle caverne e di sirenidi affini alle foche e al tricheco.