
1986: il campione del mondo vuole lo Scudetto
Nel 1986 tutto il mondo assiste alla (forse) prestazione più indimenticabile durante un campionato del mondo. Quella di Diego Armando Maradona e della sua Argentina è una vittoria sofferta, arrivata dopo gesti sportivi difficilmente cancellabili in una partita/scontro politico ed una finale con i soliti tedeschi. Alla fine, però, questa volta hanno trionfato “gli altri”.
L’annata con il Napoli non inizia nel migliore dei modi: ad ottobre gli azzurri sono già fuori dalla Coppa UEFA, eliminati ai calci di rigore (errori di Bagni e Maradona, ndr) dai francesi del Tolosa; il campionato, al contrario, aveva visto un buon avvio dei partenopei, così come la Coppa Italia.

Ad autunno quasi concluso, il Napoli è al comando della classifica. La rivale per lo scudetto sembra essere l’Inter che, proprio al giro di boa, aggancia la squadra di Maradona. Nonostante ciò, complice qualche passo falso dei nerazzurri, il Napoli conquista il titolo di “Campione d’inverno”. Lo scontro diretto si è concluso con uno scialbo 0-0 ed è da ricordare il 3-1 consegnato a domicilio ai rivali bianconeri, passati in vantaggio inizialmente con Laudrup.
1987: lo scatto decisivo
I punti di distacco diventano 7 a marzo, complici le sconfitte dell’Inter nel derby e a Genova. Nonostante qualche rallentamento fisiologico, le dirette concorrenti per lo scudetto vengono sempre tenute a debita distanza dalla squadra azzurra che, tuttavia, perde lo scontro diretto a Milano con un gol dello “Zio”, Beppe Bergomi, a 5 minuti dalla fine.
Successivamente, il Napoli batte ancora la Juventus (stavolta è un 2-1 firmato Renica e Romano) ed il Milan, pareggia con le modeste Empoli e Como e crolla al Bentegodi contro il Verona.
“Ha vinto la città di Napoli”
10 maggio 1987, Stadio San Paolo, ore 15. Agli azzurri basta un pareggio per concludere questo sprint finale, inaspettato fino a pochi mesi prima. La domenica precedente, l’Inter è caduta ad Ascoli Piceno ed ormai le sue speranze sono ridotte al minimo. I nerazzurri perdono anche questa: l’Atalanta vince 1-0.
Il fuoco del San Paolo è alimentato ancor di più al 29′, quando Carnevale porta in vantaggio i padroni di casa. Dieci minuti dopo, la Fiorentina pareggia con il giovane Roberto Baggio: è il suo primo gol in Serie A e ne seguiranno tanti altri, conditi da un Pallone d’Oro.
Triplice fischio: è finita. Per la prima volta nella storia, il Napoli è “Campione d’Italia”. Non è mai stata una vittoria puramente sportiva per i napoletani: era la “vendetta” del Sud contro il potere del Nord, una vittoria che permise di spezzare un monopolio. Diego Armando Maradona, che come al solito risulterà decisivo, dirà di lì a poco: “Ha vinto la città di Napoli”. Bastano quelle parole per alimentare ancora di più il mito: era la vittoria del popolo, dei tifosi, della gente comune.
Le strade della città saranno invase per giorni da macchine festanti e cori di gioia, bandiere e striscioni che aumenteranno quando, a metà giugno, gli azzurri conquisteranno anche la Coppa Italia con due vittorie sull’Atalanta. Gli azzurri torneranno lì nel 1990, sull’Olimpo dei grandi, ma il 1987 avrà sempre un sapore un po’ diverso.
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