Mentre in Europa siamo in fase di ripartenza, nella quale sono ormai consentiti spostamenti nel continente, l’economia è ripartita e pare si stia tornando alla normalità come sta andando in America?
USA
Nonostante l’attenzione mediatica sia momentaneamente rivolta alle proteste scaturite dalla morte dell’afroamericano George Floyd, il virus non è stato ancora sconfitto. Anzi, sono anche queste proteste che potrebbero far aumentare i contagi: i dati divulgati affermano che, a causa del fatto che non sempre i manifestanti riescano a prendere le precauzioni necessarie, si stima che le migliaia di persone al giorno che protestano potrebbero causare entro due mesi molti morti in più. New York ha annunciato la riapertura delle attività, a partire da lunedì, dando inizio alla “Fase 1”.
Intanto bisogna fare attenzione alla comunità dei Navajo, che sta affrontando con grandi difficoltà la pandemia. Il tasso delle infezioni è fra i più alti al mondo e il numero di morti sta raggiungendo quello di stati che hanno una popolazione 15 volte superiore rispetto ai 350.000 abitanti della riserva: 3.204 sono stati i casi registrati finora, 102 le vittime. Dal mondo sono arrivati aiuti: fondi e strutture dall’Irlanda e e nove volontari di Medici senza frontiere, ma la situazione è critica e può trasformarsi in una catastrofe.
MESSICO
In Messico anche la situazione non è tranquilla. Le zone rurali continuano la loro vita, nonostante le grandi città siano ancora in lockdown.
A maggio, il governo ha dichiarato 323 località “municipi di speranza”, perché non erano stati registrati casi di Covid-19. Ma il Messico è stato criticato per questa decisione, perché alcune di queste città non hanno neanche fatto i test ai loro abitanti. Sono principalmente municipi in zone rurali , distanti dai centri urbani e con la maggior parte della popolazione di origine indigena. Sono città che si trovano negli stati del Chiapas, dello Yucatán, del Chihuahua e del Guerrero e che non sono stati colpiti violentemente dalla pandemia nelle ultime settimane.
Il sottosegretario della salute ha detto :
Non ci preoccupano le zone rurali, perché la pandemia è concentrata principalmente nelle zone urbane.
In queste zone sono stati proibiti gli accessi agli esterni attraverso una maggiore sorveglianza che era già stata organizzata a causa dell’aumento della violenza.
COLOMBIA
Dopo due mesi di quarantena, il paese questa settimana è entrato in una fase di isolamento. È stato comunicato che, fino alla metà di giugno, verrà fatta rispettare una quarantena rigorosa. Il governo ha adottato nuove misure per mantenere la sicurezza, soprattutto nei mercati e nei centri commerciali, intensificando i controlli per salvaguardare la salute dei cittadini. Le maggiori situazioni di contagio sono concentrate nelle grandi città quali Bogotá, Cali e Cartagena, ma una zona che preoccupa molto è quella dell’Amazzonia, nell’estremo sud del paese, che con solo 79.000 abitanti registra 2.000 contagi e 65 morti. Questo territorio, condiviso con Perù e Brasile ha una popolazione maggiormente indigena e che non dispone di un’adeguata rete ospedaliera.
PERÙ
In Perù si è registrato una tasso di perdita di posti di lavoro altissimo dall’inizio di maggio. Moltissime persone hanno perso il lavoro a causa dell’isolamento e del blocco delle attività. 200.00 hanno chiesto le autorità di tornare nelle proprie regioni , ma il governo ha permesso lo spostamento solo a 18.000. La maggior parte delle persone ha fatto ritorno a piedi, soprattutto la comunità delle Ande e dell’Amazzonia. L’economista José de Echave ha dichiarato a EL PAÍS:
Lo Stato non ha fatto niente di concreto per evitare l’avanzamento della pandemia nelle comunità indigene. Le popolazioni rurali svolgono ancora un ruolo importante nel contenimento del contagio . L’unica cosa che univa queste popolazioni era l’economia , ma in condizioni come queste le città diventeranno molto più aggressive.
ARGENTINA
Il Covid-19 ha colpito maggiormente le grandi città argentine e ha lasciato quasi non colpite le zone rurali, dove vive solo l’ 8% della popolazione. L’epicentro è a Buenos Aires e nella sua area metropolitana, che con quasi 13 milioni di persone e ha registrato 16.400 casi positivi fino a venerdì.
Alcune province non registrano casi positivi, come Formosa e Catamarca . In altri distretti come La Pampa, Salta, San Juan, San Luis, Chubut e Jujuy, il virus ha colpito meno di 20 persone in ognuna. La quarantena è meno rigorosa all’interno, ma le province mantengo ancora dure restrizioni per gli spostamenti fra regioni.
BRASILE
Il Brasile ha superato i 700 mila casi di Covid-19 dall’inizio della pandemia. Il presidente Bolsonaro ha divulgato dati non veri riguardo i contagi e l’Oms ha rivolto un appello affinché si mantenga la trasparenza nella speranza che la “confusione” nella divulgazione dei numeri ufficiali venga risolta. Il direttore delle operazioni dell’Oms , Michael Ryan, ha affermato:
È molto importante che il messaggio di trasparenza sia coerente.
Secondo l’Oms, la regione latinoamericana non ha ancora raggiunto il picco dei contagi e la crisi qui è la “più complessa” mai registrata dall’inizio della pandemia.
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2 thoughts on “Coronavirus: come sta andando in America?”