Come ben sappiamo l’epidemia di Covid-19 ha colpito tutto il mondo. Sfortunatamente è riuscita a penetrare anche nella più grande foresta pluviale del pianeta , la Foresta amazzonica. Salviamo gli indigeni e l’Amazzonia!.
LA RICHIESTA D’AIUTO
Il 16 aprile 2020 Raoni Metuktire, capo indigeno payako e figura emblematica nella lotta alla deforestazione, aveva lanciato un appello internazionale . Aveva detto:
“Abbiamo bisogno del vostro aiuto e mi rivolgo a voi per sostenere la mia comunità. Senza il vostro aiuto, le popolazioni indigene dell’Amazzonia non saranno in grado di affrontare questa terribile pandemia“.
Infatti, da quanto affermano i dati, l’epidemia sta completamente sterminando le popolazioni indigene dell’Amazzonia. Il sindaco di Manaus, Arthur Virgilio Neto, aveva chiesto l’aiuto del governo federale e dei Paesi più ricchi del mondo per frenare l’epidemia di coronavirus:
“Siamo al collasso, abbiamo bisogno di medici, infermieri e apparecchiature per la terapia intensiva. Le strutture sanitarie sono stracolme ed i medici devono scegliere chi curare in base all’età dei pazienti, siamo alla barbarie”.
Purtroppo la pandemia e la scarsità di aiuti aveva costretto le autorità di Manaus a scavare fosse comuni per seppellire le centinaia di persone morte per Covid. Il numero delle sepolture era già aumentato del 50 per cento rispetto alla media registrata prima dell’epidemia.
LA DEFORESTAZIONE DELL’AMAZZONIA
Oltre al problema pandemico negli ultimi giorni gli indigeni hanno dovuto affrontare un ulteriore problema, molto grave: la deforestazione dell’Amazzonia. Una deforestazione il cui scopo è quello di trasformare il suolo e renderlo adatto alla coltivazione. Tra gennaio e aprile 2020 , secondo i dati pubblicati lo scorso 8 maggio dall’Istituto nazionale per le ricerche spaziali (Inpe), sono stati rasi al suolo 1.202 chilometri quadrati di foresta, il 55 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2019.
LE RESPONSABILTÀ DI BOLSONARO
Non è un caso che i dati siano questi a un anno dalla vittoria di Jair Bolsonaro, che è attualmente il Presidente del Brasile. Egli già durante la campagna elettorale aveva dichiarato che per lui la foresta amazzonica è innanzitutto una risorsa economica da sfruttare. Una volta salito al potere ha poi indebolito le normative ambientali, ridotto drasticamente le sanzioni per la deforestazione illegale, tagliato budget e personale dell’agenzia ambientale Ibama e diminuito il ruolo degli scienziati nel governo . Nel suo disegno di legge ha spianato la strade ad aziende minerarie ed agricole, locali e multinazionali, concedendo loro la libertà di operare in Amazzonia.
Bolsonaro non intende tirarsi indietro e in Brasile i contagi salgono a dismisura, con numeri che possono raggiungere i 14.000 conteggi al giorno. Quale sarà il destino del Brasile?
Intanto lanciamo un appello: salviamo gli indigeni e l’Amazzonia!
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