Per la rubrica Specchi di Carta, una grande giornalista e scrittrice, Matilde Serao, che ha fatto cronaca di un’epoca negativa per i quartieri di Napoli.
Trama del libro
Il ventre di Napoli, pubblicato nel 1884, è un libro suddiviso in due parti, entrambe cronache riassuntive di un’epoca basata sul degrado partenopeo. Dai libri di storia o dai racconti dei bisnonni sappiamo quanto il colera abbia segnato la ‘’questione meridionale’’: questo libro ha inizio proprio nel 1884, quando l’epidemia dilaga in ogni via, quartiere o provincia di Napoli, a tal punto da portare il sindaco ad inviare una lettera al presidente Depretis per informarlo della situazione. La scrittrice si sofferma sulla capacità dei napoletani di sopravvivere in condizioni disastrate, fino ad arrivare alla creazione di ridi occulti pur di rispondere al morbo.
CAPITOLI PRIMA PARTE
- Bisogna sventrare Napoli
- Quello che guadagnano
- Quello che mangiano
- Gli altarini
- Il lotto
- Ancora il lotto
- L’usura
- Il pittoresco
- La pietà
La seconda parte ha inizio con Depretis che annuncia l’abbattimento delle zone più degradate di Napoli per risanare la città e far spazio a grandi piazze. Ma Matilde Serao fa del vero e proprio giornalismo, raccontando di come i napoletani preferiscano affidarsi alla chiesa piuttosto che ai distretti sanitari.
CAPITOLI SECONDA PARTE
- Il paravento
- Le case del popolo
- Che fare?
Biografia dell’autore: Matilde Serao
Matilde Serao è stata scrittrice, giornalista, scrittrice, imprenditrice di fine 1800. Nel 1882 è stata la prima donna redattrice nella storia del quotidiano romano, fonda due giornali: Il Mattino e Il Giorno. Sposata nel 1885 con Edoardo Scarfoglio e madre di quattro figli. Autrice di grandi romanzi, quali La conquista di Roma, Piccole anime e Il ventre di Napoli. Nel 1900 ci fu l’inchiesta del senatore Saredo su Napoli, in cui anche il Mattino fu coinvolto con accuse a Scarfoglio e Serao di aver ricevuto soldi in cambio di favori, per un tenore di vita superiore.
Nel giro di poco Matilde Serao scompare dal mattino, per dedicarsi alla rivista Settimana, che non ebbe molto successo. Alla morte del marito nel 1917, sposa un altro giornalista, Giuseppe Natale. Fu candidata al Premio Nobel per la letteratura, ma a causa delle sue posizioni contro la guerra, fu fermata da Mussolini, dando così il premio a Grazia Deledda.
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