Campi Flegrei mito e bradisismo, oasi e vulcani
E’un complesso di quaranta vulcani antichi. Con un’estensione di 33 ettari rappresenta un’oasi naturalistica ideale per una passeggiata tra fumarole e vulcanetti di fango.
L’area dei Campi Flegrei tra mito e bradisismo, ovvero il lento movimento di sollevamento e abbassamento del suolo. Le cause del fenomeno risiedono in variazioni del sistema vulcanico. L’aumento di temperatura e di pressione nelle rocce del sottosuolo determinano infatti il sollevamento dell’area secondo la geometria a “cupola” della città di Pozzuoli.
L’evoluzione del bradisismo nel corso dei secoli è visibile vicino al porto di Pozzuoli sulle colonne del Serapeo, un mercato di epoca romana, inizialmente considerato tempio dedicato a Serapide. Su di esse si ritrovano i fori prodotti dai litodomi, molluschi marini che vivono in una zona del litorale che dipende dalle maree, chiamato “intertidale”. La presenza dei litodomi testimonia il lento processo di abbassamento dell’area, iniziato in epoca successiva a quella romana.
La nascita del Monte Nuovo
Il mare si ritira all’improvviso, le acque si ritraggono fino a 400 metri, lasciando i pesci sulla sabbia. L’aria si riempie di boati. Poco dopo inizia a piovere cenere e quando la nube si dirada il paesaggio è completamente cambiato. Questo è quello che è successo sulle sponde del lago d’Averno: si pensi che fino all’autunno del 1538 il Monte Nuovo non esisteva. Poi nel giro di quarantotto ore è comparso. I sopravvissuti all’eruzione raccontano di averlo visto formarsi “come la pasta che cresce”. Ma cosa rende tanto speciale i Campi Flegrei?
Un grande laboratorio scientifico a cielo aperto
L’utilizzo delle nuove tecnologie può delineare un futuro sicuro per questa e altre zone a rischio sismico e vulcanico. Monitorare il territorio è fondamentale per comprendere meglio le attività vulcaniche e terremoti e altri fenomeni geofisici.
Ecco come spiega Riccardo Lanari, direttore dell’ IREA – Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente – la tecnologia che permette di tenere sotto controllo le danze di questa terra.
“L’IREA ha sviluppato negli ultimi anni una serie di algoritmi e di metodologie per l’elaborazione dei dati radar, acquisiti da satelliti che orbitano ad alcune centinaia di chilometri al di sopra le nostre teste. Attraverso l’ elaborazione di questi dati siamo in grado di generare “mappe di deformazione del territorio” con accuratezze molto spinte. (parliamo del centimetro o anche meglio). Pensate: un centimetro da ottocento chilometri di altezza. Per fare questo oltre allo sviluppo di tecniche di elaborazione così sofisticate sono molto importanti anche strutture come gli edifici dell’area di Pozzuoli.
Con i loro tetti, con le loro ringhiere – sostanzialmente con i loro spigoli – sono una sorta di bersagli preferenziali che noi illuminiamo con queste onde elettromagnetiche trasmesse dal radar che rimbalzano. Tornando indietro, a seguito di un elaborazione, ci consentono di generare queste ‘mappe di deformazione’. L’idea originale era dedicata all’ambito militare ma adesso sono tecnologie fortemente utilizzate anche in contesti civili che hanno avuto uno sviluppo grandissimo. […] Adesso possiamo utilizzare la costellazione italiana COSMO – SkyMed dove in sedici giorni abbiamo in media quattro osservazioni o quella di Sentinel-1 del programma europeo Copernicus. Abbiamo misure ogni sei giorni e possiamo illuminare aree anche molto estese dell’ordine di duecento chilometri per quello che riguarda il campo visivo del nostro sistema radar”.
Terra di magia e storia
Per i Greci qui sotto furono sepolti i giganti, gli antichi alleati di Zeus contro i Titani. Per Virgilio e Omero era il luogo dell’accesso agli Inferi, per i suoi numerosi laghi. Per i Romani questa zona invece doveva essere sfruttata per le sue proprietà termali. Goethe durante il suo viaggio in Italia la definì: “il luogo più prodigioso del mondo tra acque ribollenti, crepacci, montagne di scorie ribelli”.
Potrebbe interessarti:
Pafleg si allarga: ecco il Macellum di Pozzuoli e la Piscina Mirabilis
1 thought on “Campi Flegrei: terra di leggenda e bradisismo”
Comments are closed.