La quarta puntata della rubrica A guardia della città ci porta a Castel Capuano, il più antico maniero partenopeo dopo il Castel dell’Ovo. È stato sede del Tribunale di Napoli prima del trasferimento di quest’ultimo al (non esaltante) grattacielo del centro direzionale. Vai qui per il piano della rubrica.
Le origini di Castel Capuano
Castel Capuano fu costruito sotto il regno di Guglielmo I di Sicilia, figlio e successore di Ruggiero il Normanno. Il nome, come si può intuire, è legato alla vicinanza con la porta della città dalla quale iniziava la strada per Capua. I lavori di costruzione terminarono nel 1154. All’inizio funse da reggia fortificata; fu solo con l’avvento degli Svevi che venne adibito anche a residenza reale. I lavori furono affidati a Giovanni Pisano, che ottenne un risultato di prim’ordine, tanto che la sontuosità delle stanze fu lodata da molti cronisti del tempo.
I monarchi angioini scelsero come abitazione il più panoramico Maschio Angioino e, così, in quel periodo, il maniero ospitò soprattutto principi e illustri personalità di passaggio a Napoli, oltre a fungere da location per celebrazioni importanti, come le nozze di Carlo di Durazzo. Proprio il figlio di Carlo, Ladislao, convertì di nuovo il castello in residenza reale.
Da castello a tribunale
Il primo ad assegnare a Castel Capuano un uso sociale fu il viceré don Pedro de Toledo, che riunì qui tutte le corti di giustizia della città. Di conseguenza, i sotterranei presero ad ospitare carceri e camere per le torture. Da allora, e fino al 2007, Castel Capuano è stato la sede degli affari di giustizia cittadini.
L’ingresso principale del castello è sormontato dallo stemma di Carlo V, re di Spagna. Accanto, vi è posta un’epigrafe che riporta la data di alcuni lavori di ristrutturazione, che si resero necessari quando si decise di rendere il castello un luogo pubblico, la sede degli uffici giudiziari. Da allora, il suo aspetto è cambiato molto poco.
Sul retro del castello è presente una fontana, detta del Formiello. Costruita nel 1490 come abbeveratoio per cavalli, fu completamente ristrutturata nel 1583, e vi furono apposti gli stemmi del viceré Pedro d’Aragona e del re di Spagna Filippo IV. Il nome della fontana deriva da quello dell’omonimo acquedotto, che nasce a Piano di Sorrento.
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