L’Antro della Sibilla è uno dei luoghi archeologici più famoso dei Campi Flegrei. La sua storia precede la sua maestosa scoperta. Il pensiero che accompagna una giovane donna dalla vita difficile nel percorso verso la verità. La storia prova a raccontare le sue emozioni e paure. Senza farci mancare la descrizione del luogo.
La vita e le sue sfide…
Avevo deciso di sposare mio marito nonostante tutto. La nostra vita non era stata facile: lui era stato mandato in guerra qualche tempo dopo esserci conosciuti. Il nostro era stato amore a prima vista e la notizia ci aveva devastato. Io, personalmente, temevo che lui potesse in qualche modo dimenticarsi di me.
Prima del matrimonio cedetti al volere di mia madre. Lei mi aveva sin da subito invitato a consultare la Sibilla. Io ero sempre stata molto scettica, non credevo che qualcuno potesse prevedere la mia vita.
Decisi di andarci però qualche mese prima del matrimonio. Mi aveva chiesto di sposarlo dopo un anno che era ritornato dalla guerra. Ci demmo un altro anno di tempo per organizzarlo e magari per conoscerci meglio. Un mese dopo la proposta, suo fratello venne chiamato al fronte. La cosa devastò lui e la sua famiglia. In qualche modo devastò anche me e pensai che qualcuno da lassù impedisse la mia felicità.
Io e lui non annullammo il matrimonio, perché speravamo che riuscisse a ritornare in tempo. Decisi però di andare sul sicuro e quindi, assieme a mia madre, mi diressi all’Antro della Sibilla.
L’avvicinamento alla verità…
L’Antro era a pochi kilometri da casa mia quindi non fu complicato arrivarci. L’antro era interamente scavato nel tufo ed aveva un andamento perfettamente rettilineo. Alzando gli occhi notavi che la parte superiore aveva una forma trapezoidale stratagemma, mi avevano raccontato, antisismico utilizzato dai greci.
Entrammo nel lungo corridoio e il cuore iniziò a battere fortissimo: nonostante il mio scetticismo temevo che qualcosa potesse andare storto. Lungo la parete ovest vi erano nove aperture che avevano praticamente lo scopo di illuminare l’ambiente per permettere il ricambio dell’aria. Al di sopra dell’Antro vi erano posizionate le macchine da guerra e questa cosa la trovavo parecchio ironica. La maggior parte delle persone che si dirigevano dalla Sibilla erano, infatti, soldati che si chiedevano se fossero tornati vivi dalla guerra.
Ci accorgemmo più tardi di esserci perse e fummo costrette a tornare indietro. Sulla parete est si apriva una stanza che dava accesso a sua volta a tre ambienti. Spesso ero entrata in quell’ambiente perché era utilizzato come luogo di sepoltura per i soldati e sia mio padre che mio fratello erano morti in guerra.
Le parole della Sibilla e il loro peso…
L’antro della Sibilla terminava con una sala con volta piatta, nella quale si aprivano tre nicchie. Entrai con passo lento sopraffatta dalla paura. Mia madre mi tese la mano e mi accompagnò fin dove poteva. Sapevamo che, purtroppo, solo la persona sarebbe potuta entrare a parlare con la sibilla. La stanza era a fondo cieco e aveva le dimensioni di un cubicolo, con forma tripartita.
Entrai e la donna mi fece accomodare. Mi disse di non aver paura e che la mia storia la colpiva. Le chiesi se lei era davvero a conoscenza di tutta la mia storia. Lei mi guardò con uno sguardo che mi fece capire che la donna non era lì con me e poco dopo annuii debolmente. Rabbrividii e lei, dopo avermi invitato a godermi la felicità che da allora in poi mi aspettava, mi invitò a fidarsi di lei. Sperai che continuasse e così fu.
Mi ammonì affermando che gli Dei vogliono solo il nostro bene e che grazie a mia madre gli Dei avevano pietà di me e cercavano sempre di non crearmi troppi dispiaceri. Risi debolmente a quelle sue parole, ma la Sibilla continuò. Su delle cose gli Dei non hanno forza, ma la forza che mi permetteva di continuare proveniva da loro e non mi avrebbe mai abbandonato.
La guardai alzandomi, quasi senza accorgermene. Improvvisamente, il malessere che fino ad allora mi aveva travolto svanì, forse per volere degli Dei. Lo capii poco dopo e la mia fede crebbe così tanto che divenni devota al Dio Apollo.
Uscita dalla stanza ringraziai mia madre per avermi portato a conoscere quella donna e ringraziai il Dio Apollo per averci concesso una donna saggia come un dio in terra.
La storia è frutto di fantasia con il solo scopo di suscitare nel lettore interesse per la storia e il luogo che caratterizza la figura della Sibilla.
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1 thought on “L’Antro della Sibilla: un onere per amore”
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