Pasquale Monda riscopriamo i colori che dipingono Napoli. Lo abbiamo sperimentato in tutti i modi durante il lockdown oppure con il progetto “Storie nuove di Napoli”dei ragazzi dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. La nostra ricerca dei giovani talenti partenopei continua, questa volta con il fotografo Pasquale Monda, nonché grafico e content creator.
A tu per tu con Pasquale Monda
-Ciao Pasquale e complimenti per le tue fotografie! Da dove nasce questa tua passione?
-Ciao Corriere di Napoli, in primis volevo ringraziarvi per l’intervista e per i complimenti! Per me è un vero piacere! La mia passione per la fotografia nasce circa 10 anni fa grazie ad un professore che mi ha fatto appassionare alla materia! Da allora ho iniziato a fotografare con l’esigenza di raccontare qualcosa: una storia, una tradizione o un mio stato d’animo.
-Ciao Corriere di Napoli, in primis volevo ringraziarvi per l’intervista e per i complimenti! Per me è un vero piacere! La mia passione per la fotografia nasce circa 10 anni fa grazie ad un professore che mi ha fatto appassionare alla materia! Da allora ho iniziato a fotografare con l’esigenza di raccontare qualcosa: una storia, una tradizione o un mio stato d’animo.
-Beh allora… raccontaci un po’ di te!
-Io sono Pasquale e vivo in provincia di Napoli, precisamente in un piccolo paesino di 25.000 abitanti! È da quando ero piccolo che sento l’esigenza di comunicare qualcosa alle persone attraverso i linguaggi visivi. Sono diplomato in grafica pubblicitaria e comunicazione, quest’anno mi sono laureato in New Media Art e ad oggi lavoro come graphic designer e content creator.
-Cosa ti spinge a raccontare Napoli e il territorio?
-In realtà io racconto Napoli alle persone e un po’ la racconto anche a me stesso. Quando mi sono iscritto all’università ho imparato a conoscere tutte le bellezze che questa città ci offre ed ho sentito l’esigenza di condividere queste informazioni con le persone. Napoli è ricchissima di storia e cultura e penso sia bellissimo comunicarlo sui social.
-Qual è il simbolo napoletano al quale sei più legato e qual è il soggetto che più ti piace fotografare?
-Difficile rispondere a questa domanda :). Napoli è ricchissima di simboli, però tra tutti direi che mi sento particolarmente legato al Vesuvio. Ogni volta che sono di ritorno da qualche viaggio, il Vesuvio mi fa sentire a casa. È come se fosse un faro, un punto di riferimento.
Dal punto di vista fotografico amo immortalare i quartieri di Napoli, secondo me sono l’essenza e la parte più vera di questa città. È suggestivo catturare le scene di vita quotidiana, i dettagli, i muri e la vita delle persone… è straordinariamente affascinante ed emozionante! Se si potesse catturerei addirittura gli odori, confido nella tecnologia 3.0
-Recentemente un tuo scatto ha avuto un grande successo. Raccontaci un po’ com’è andata…
-Sì, ho fotografato Procida circa un anno fa e in tutta onestà non c’ero mai stato prima. Sono stato lì grazie ad un progetto universitario ed ho colto l’occasione per immortalare le caratteristiche di quest’isola. Mi hanno colpito molto le strade e le case a strapiombo sul mare.
Paradossalmente ho pubblicato la foto un anno dopo, l’8 luglio 2020 per l’esattezza, ha avuto un successo incredibile ed è stata repostata da Igers Procida. il Corriere della Sera proprio in quel periodo aveva iniziato una collaborazione con Igers e mi ha chiesto di pubblicare la mia foto sui loro canali social. È stata una grandissima soddisfazione per me.
-Come reagiscono le persone quando vengono immortalate nei tuoi scatti?
-Molto bene perché prima di immortalare una persona cerco sempre di parlare e di instaurare una relazione. Spesso le persone mi raccontano la loro storia, come si sentono in quel particolare momento, la storia della città e ogni tanto parallelamente nascono anche delle situazioni goliardiche che strappano qualche risata. C’è da dire che è a Napoli la maggior parte delle persone sono propense a farsi fotografare ed è sempre molto bello.
https://www.instagram.com/p/CB0L13woQSi/?igshid=f1ax6kjui1cn
-Da dove nasce l’idea di conciliare scatti fotografici e disegno digitale?
-Nasce da un periodo di “crisi comunicativa”. Durante la quarantena ho preso consapevolezza che niente sarebbe stato più lo stesso ed ho capito che dovevo dare un valore aggiunto ai miei contenuti, sia dal punto di vista estetico che comunicativo. Dopo tante prove ho deciso di creare delle serie fotografiche e con il disegno digitale ho trovato un punto di incontro tra il mio lavoro da graphic designer e la mia passione che è la fotografia. Al disegno digitale cerco sempre di abbinare un’emozione, una sensazione, una tradizione e una storia. Le persone le apprezzano davvero tanto e questa cosa mi rincuora.
Ad oggi mi definisco un ragazzo che racconta Napoli tra immagini ed emozioni.
-Un suggerimento per chi è alle prime armi?
-Essere sé stessi. I social sono fatti di tendenze e spesso chi è alle prime armi cerca di omologarsi alla massa. Un suggerimento che posso dare è proprio quello di differenziarsi e comunicare dei valori. Non è facile, bisogna sperimentare tanto e trovare uno stile comunicativo in linea con la propria persona!
Secondo me ci sono tre domande da porsi per chi vuole iniziare un percorso sui social e sono: “Cosa voglio comunicare'”; “A chi voglio comunicare?” e “In che modo?”. Sii te stesso. Sempre
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