Dal mondo del web alle pagine del Corriere: Marco Marfella, in arte il Menestrelloh (con l’h!) è una personalità pungente e perspicace che ha saputo fare dei social la sua casa. Classe 1992 e dell’ironia: con una (già) lunga carriera alle spalle “presso se stesso” tra TV, meme e aforismi e con un seguito di oltre 360 mila persone, scopriamo insieme Marco Marfella, il Menestrelloh…
Ciao Marco! Come stai?
È una domanda che sembra banale, ma è molto difficile. Potrebbe andare meglio, ma sto bene. In questo momento particolare la cosa importante e principale, come sempre ma ancor di più ora, è la salute! Quindi non mi posso lamentare.
So che non ti piace parlare di te. Eppure hai una bella carriera alle spalle: Happysodi su 361magazine, inviato da Sanremo, Vip Champion e Casa Signorini-Citofonare Samantha. Una social room alla finale di Amici, la Social Factor per X-Factor e Rai Radio2 per The Voice . Com’è iniziato il tutto?
Il tutto è cominciato normalmente come tutti: usando i social. Io ho iniziato attraverso Twitter, dove esprimevo il mio disagio verso la vita attraverso aforismi, meme e attraverso il commento di programmi tv.
Ho poi partecipato a Maria Express per due volte: un’edizione l’ho vinta e ho incontrato Maria De Filippi. Proprio in quel periodo ho iniziato a notare che le cose che facevo su Twitter piacevano e ho deciso di fare lo stesso anche su Facebook e, infine, su Instagram.
Una volta ho scritto delle pagelle ironiche sul Grande Fratello Vip che sono state notate da una collaboratrice di Signorini, sono molto piaciute e da lì ho iniziato a collaborare con 361magazine, Casa Signorini e ho continuato poi a creare contenuti sulle diverse piattaforme. Con l’avvento delle stories e con il passa parola sono cresciuto sempre più.
Ecco, Maria Express: ci racconti dell’esperienza?
Maria Express è stata la mia prima esperienza al di fuori dei social. Ho potuto conoscere Maria De Filippi che ha anche cantato la mia sigla con me, è stato un momento molto emozionante (e anche un po’ imbarazzante, ero più piccolo e timido)! Mi trovavo di fronte alla Queen: sono stato molto felice dell’esperienza e molto contento di averla conosciuta.
Nel complesso è stato divertente: un’esperienza simpatica, ma faticosa.
Possiamo dire che sei stato un genio nel trovare il connubio perfetto tra TV e mondo dei social network. Non è vero, dunque, che la televisione sta morendo?
Secondo me, la televisione non sta morendo ma si sta trasformando. Ovviamente adesso, grazie anche alle piattaforme on-demand e alle app delle stesse tv generaliste c’è un’ampia scelta e ognuno può guardare il programma che vuole (così come film, serie, partite) quando vuole. La cosa importante è che la TV si sta integrando sempre di più con i social, tant’è che ormai tutti i programmi televisivi incitano al commento, all’uso di hashtag, talvolta anche leggendo i commenti dai social in diretta.
Hai anche un tuo merchandising con una frase molto chiara: ‘e sciem vann annanz (gli scemi vanno avanti). Perché questa frase? È davvero così?
Nel mio merchandising, con vari lanci della MeneCouture, ci sono alcuni dei miei tormentoni più famosi come “che fatica struccarsi”, “scioccobasito/a” ed “ESVA”, il nuovo anagramma di ‘e sciem vann annanz. Beh sì, nel mondo del web e della tv ci sono molte persone che “non meritano” il seguito che hanno in quanto offrono contenuti privi di qualità, fanno gaffe dettate dall’ignoranza e contribuiscono ad accrescere la cattiva immagine che si ha dei creators.
C’è da dire che, purtroppo, ai suddetti personaggi viene dato molto spazio in TV e sul web hanno un seguito sempre più ampio… Naturalmente il detto vale anche nella vita normale!
Tu invece che uso fai dei social media nel privato? Credi che siano un punto di forza o di debolezza della società contemporanea?
Se usati bene i social media sono un grande punto di forza della nostra società. Vanno però usati nel modo giusto, senza mai degenerare. Come tutte le cose ci sono pro e contro, ma sicuramente farne un uso appropriato li rende importanti.
Che impatto ha avuto il successo sulla tua vita?
Non esageriamo: sicuramente merito di più! Sto facendo quello che mi piace fare, naturalmente si può sempre migliorare e fare di più. L’ “impatto” c’è quando le persone mi fermano in giro e (nei tempi in cui ci si poteva abbracciare) mi abbracciano, mi salutano, mi chiedono le foto. Questa è l’unica differenza rispetto a prima.
Domanda di rito: sei un napoletano DOC, qual è il tuo rapporto con la città?
Sì, sono napoletano DOC: amo Napoli, sono fiero e orgoglioso di essere napoletano, tant’è che credo che se non fossi stato napoletano non sarei come sono. La città influisce molto sul mio modo d’essere. Purtroppo, come ben sappiamo, Napoli è una città ricca di contraddizioni: non è una città semplice e – almeno dal punto di vista del mio lavoro- potrebbe offrire molto di più.
Rispetto, per esempio, a Milano che è il fulcro del marketing e della comunicazione, siamo più indietro. Lo dico a malincuore, ma si potrebbe fare meglio sotto questo aspetto. Anche se ultimamente si sta muovendo qualcosa, soprattutto per quanto riguarda l’arte. Dal punto di vista digital, però siamo ancora parecchio indietro…
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