Laghi su Marte. Importante novità e scoperta dal mondo scientifico. Dei numerosi laghi salati sono stati scoperti sul suolo del pianeta Rosso. All’interno della ricerca, Napoli, che come al solito, risulta essere molto importante nei temi astrofisici.
MARTE
Laghi su Marte. Nuove prove della presenza di di acqua salata su Marte. A due anni dalla scoperta di un lago sotto la calotta polare meridionale del pianeta Marte – pubblicata nel 2018 nella prestigiosa rivista scientifica Science da un gruppo di ricercatori e tecnici italiani – un team di ricercatori dell’Università Roma Tre, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IREA, Napoli), dell’Università Jacobs (Brema, Germania), della University of Southern Queensland (Centre for Astrophysics: Toowoomba, Australia) e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), ha trovato ulteriori evidenza dell’esistenza di laghi di acqua salata intrappolati sotto il ghiaccio del Polo Sud marziano.
Un nuovo articolo, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Astronomy da un gruppo multidisciplinare comprendente tredici ricercatori tra fisici, geologi ed ingegneri, spiega come l’acquisizione ed analisi di nuovi dati radar abbia rivelato risultati inaspettati.
Le osservazioni sembrano dunque andare verso la conferma di bacini di acqua liquida sotto i ghiacci di Marte. Ma la temperatura non è troppo bassa? Come già ipotizzato in precedenza, è possibile che l’acqua di questi laghi sia talmente salata da congelare a temperature molto molto più basse.
Una sorta di salamoia insomma, ma che potrebbe celare dei segreti. Nonostante le condizioni estreme di temperatura, pressione e salinità, infatti, l’eventualità che ci siano o ci siano state forme di vita in questi ambienti non è da scartare. E anzi secondo i ricercatori l’esplorazione dovrebbe proseguire con maggior fervore, focalizzandosi proprio in questo settore.
FORME DI VITA
Potrebbero esserci forme di vita molto semplici e i laghi salati marziani potrebbero rappresentare un habitat adatto per almeno un “animale” di nostra conoscenza: il resistentissimo tardigrado, che troverebbe nell’acqua salata un ambiente per proliferare. È però troppo presto per speculare e, come abbiamo visto, la scienza scopre Marte un pezzetto alla volta, sperando un giorno di poter mettere il piede sul Pianeta Rosso per capirne al meglio il passato e, possibilmente, modellarne il futuro.
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