Ieri, martedì 15 settembre, si sono tenuti i funerali di Maria Paola Gaglione. La vicenda della ragazza e del suo fidanzato, Ciro, ha riaperto la questione su come la società italiana si rapporti con la realtà LGBT.
L’incidente
Nella notte tra venerdì e sabato Maria Paola e Ciro sono stati speronati dalla moto del fratello di lei, Michele, mentre erano in motorino. Il fratello appena li ha visti ha iniziato a imprecare e a minacciare di morte Ciro non curandosi della presenza della sorella. Una volta causato l’incidente e aver disarcionato la coppia, Michele si è avventato contro Ciro non badando allo stato della sorella che era morta sul colpo sbattendo la testa contro una colonnina di cemento.
L’aggressore, dopo aver aggredito Ciro già gravemente ferito, si è poi voltato verso Maria Paola per cui non c’era più nulla da fare. Resosi conto del gesto compiuto, Michele si sarebbe abbandonato a uno stato momentaneo di shock.
Una storia travagliata
La loro storia, secondo il ragazzo, è stata costellata da una serie di minacce provenienti dalla famiglia di lei che non accettava la relazione tra Maria Paola e Ciro. Secondo la versione del fidanzato questo rifiuto sarebbe stato motivato dal fatto che questi è un ragazzo trans FtM, pertanto il diniego risiederebbe nella transfobia della famiglia.
Le minacce
La coppia da circa venti giorni aveva deciso di andare a convivere ad Acerra, lontano dal Parco Verde di Caivano dove risiedevano per evitare il clima che si era creato attorno a loro. Per la famiglia Gaglione i due erano senza possibilità di futuro poiché consideravano Ciro non come un uomo, ma come una donna. Sarebbe stata meglio la morte della figlia anziché vederla con un “masculillo”. La madre di Ciro in un post su Facebook ha ricordato come lei e il figlio siano stati ripetutamente minacciati.
Un’altra ipotesi
Molti dei fatti che ruotano attorno a Maria Paola e a Ciro in questi giorni sono stati visti come fatti legati alla transessualità. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera vi sarebbe anche chi sostiene che la transessualità non sia stata la causa scatenante e che i motivi dell’astio familiare fossero altri. Secondo quando affermato da Bruno Mazza, amico della famiglia Gaglione e attivo sul territorio con un associazione per i bambini del Parco Verde, ci sarebbero ben altri motivi. Mazza afferma che la preoccupazione del fratello era per lo “sbandamento” della sorella che si era legata, a suo dire, ad una persona pericolosa, con problemi con la giustizia e con l’obbligo di firma giornaliero. La famiglia non avrebbe mai avuto problemi con la transessualità visto che Maria Paola aveva uno zio omosessuale che aveva vissuto con loro per diverso tempo, pertanto il motivo di tanta preoccupazione risiederebbe nel “poco raccomandabile” Ciro.
Incomprensione
I fatti che sono accaduti in questi giorni, non sono soltanto l’incidente e la morte di questa ragazza in sé per sé, ma anche “le manifestazioni culturali” a essa legate, hanno fatto riemergere la necessità di approvare il disegno di legge contro l’omobitransfobia attualmente fermo in parlamento. Inizialmente i media si sono rivolti alla questione facendo riferimento all’interno dei propri titoli come “coppia gay”, “coppia omosessuale” e non semplicemente come coppia, così come non si sono riferiti a Ciro come tale ma come “Cira” e non come fidanzato ma come la compagna. Tutti errori o disattenzioni che sono poi state corrette fortunatamente anche grazie alle associazioni di categoria che hanno fatto notare la cosa.
Quanto accaduto ha riportato alla luce una serie fratture e incomprensioni forti al livello sociale che ci mostrano come al di là dell’appartenenza di genere spesso le unioni siano vessate dal pregiudizio delle persone. Questo pregiudizio potrà non esprimersi in maniera aspra come quello presunto dalla famiglia secondo Ciro, ma sicuramente si è espresso, comunque, in questi giorni in una forma sottile tra tutti noi che abbiamo sentito di questa faccenda e che ci siamo avvicinati a tutto ciò come alla “coppia gay” quando semplicemente abbiamo letto di una coppia che ha avuto una fine tragica.
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