Uroboro: la prima volta del “Porcellum”. Benvenuti in un nuovo episodio di “Uroboro”, una rubrica in cui analizzeremo una volta a settimana un evento storico riguardante il passato recente e non.
PERCHE’ “UROBORO”
Mentre studiavo per l’università, mi sono imbattuto nel mio vecchio libro di filosofia. Riaprendolo, ho riletto il pensiero di Nietzsche riguardo il concetto di storia. Più nello specifico, mi sono soffermato al pensiero di eterno ritorno dell’uguale. Incuriosito, sono andato a cercare una definizione per spiegarla, si parla di una teoria che si ritrova genericamente nelle concezioni del tempo ciclico, come quella stoica, per cui l’universo rinasce e rimuore in base a cicli temporali fissati e necessari, ripetendo eternamente un certo corso e rimanendo sempre se stesso. Esiste, inoltre, un simbolo molto antico, presente in molti popoli e in diverse epoche: l’uroboro. L’uroboro rappresenta un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine. Rappresenta il potere che divora e rigenera se stesso, la natura ciclica delle cose, che ricominciano dall’inizio dopo aver raggiunto la propria fine.
COS’E’ IL PORCELLUM?
Il Porcellum è la legge n. 270 del 21 dicembre 2005: fortemente voluta dall’allora Ministro per le Riforme Roberto Calderoli, si tratta di una legge che ha modificato il sistema elettorale italiano, passando da un sistema di tipo maggioritario ad uno proporzionale. Perché è stata soprannominata in questo modo? Lo stesso Roberto Calderoli, pochi mesi dopo l’entrata in vigore del nuovo sistema elettorale, si rese conto di quanto in realtà fosse inadeguato e inadatto alla situazione italiana, definendo la legge da lui proposta “una porcata”. Il politologo Giovanni Sartori approfittò di questa forte affermazione e soprannominò la legge n. 270 “Porcellum”.
La creazione e la successiva approvazione della legge fu fortemente voluta da Silvio Berlusconi. Il 4 ottobre 2005 minacciò la crisi di governo nel caso in cui non venisse approvata la riforma elettorale proporzionale. Nonostante il netto dell’opposizione parlamentare dell’epoca, la legge fu approvata a pochi mesi dalle elezioni politiche con i voti della maggioranza (Forza Italia e Lega Nord tra tutte). Il 9 aprile di ormai 14 anni fa, per la prima volta, venne poi applicata per la prima volta il “Porcellum”.
INCOSTITUZIONALE?
Nel 2014 la Consulta ne ha dichiarate incostituzionali alcune parti. Due in particolare: l’assegnazione del premio senza una soglia e le liste bloccate. Come abbiamo già visto, la storia spesso si ripete. Qualche anno dopo, lo stesso destino toccò all’Italicum. Parliamo di una legge elettorale del 2015 approvata con un voto di fiducia che spaccò il Partito Democratico. Venne battezzata Italicum da Matteo Renzi, suo principale promotore, all’epoca segretario del Pd e non ancora presidente del Consiglio. Introduceva il ballottaggio tra le due liste più votate (se nessuna raggiungeva il 40%), con la vincente che otteneva il 54% dei seggi. Nei collegi plurinominali i capilista erano bloccati. Ma è un Italicum molto diverso quello che è uscito dalla sentenza della Consulta nel 2017, che lo ha dichiarato in parte costituzionalmente illegittimo. Uroboro: la prima volta del “Porcellum”.
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