Vincenzo Fiore, giovane scrittore campano protagonista della nostra rubrica Specchi di Carta con il romanzo Nessun Titolo.
Trama del libro
Il dr. De Tommasi, è un cardiologo di successo, con una grande casa, una bella moglie (che lo tradisce), una convenzionale famiglia e un lavoro soddisfacente. Apparentemente ha tutto ciò che gli serve per essere felice, ma d’improvviso si sente insoddisfatto della propria vita, mettendo tutto in discussione. Questo processo si accelera grazie all’incontro di una persona totalmente diversa da lui, Emanuele, un barbone con una grande testa pensante, ragion per cui decide di mettersi a nudo e confidarsi.
La particolarità di questo romanzo sta nell’empatia con il lettore. In qualche modo vuole rispondere a quelle domande che spesso ci sfiorano la mente ma non confidiamo mai: Sono davvero soddisfatto? Mi piace vivere questa vita? Me lo merito? Il barbone e il medico affrontano questo processo di redenzione, tentando di rispondere alle famose “domande senza risposta”
Biografia dell’autore
Vincenzo Fiore, classe ’93, scrittore campano laureato all’Università di Salerno in Filosofia. La suo esordio si ha con il romanzo Io non mi vendo e, nel 2016, suscita scalpore col romanzo introspettivo Nessun Titolo. Nel 2014 pubblica il racconto Esilio metafisico sul quotidiano Il Mattino e collabora successivamente con Franco Dragone, noto regista e direttore teatrale.
Commento
Di stampo filosofico, il libro è una raccolta delle nostre confessioni indirette. Mette in discussione tutte le nostre certezze, ti costringe a farlo in modo non solo obiettivo. Non è pesante, anzi è fin troppo breve data l’importanza dell’argomento. Fiore commenta la nostra epoca, evidenziando il disprezzo per le convenzioni sociali e l’altrettanto ripudio dei sentimenti e dei valori. Altra caratteristica interessante e quasi rara al giorno d’oggi, è il finale spiazzante. Durante tutta la lettura, lo scrittore porta a farti un’idea del personaggio, che non viene confermata, il che può solo essere un punto a favore, ribadendo l’originalità dello scrittore. Non è per i deboli di cuore, poche pagine che restano impresse anche nei giorni a seguire dalla fine del libro.
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