Negli ultimi giorni, in giro per i social, è diventato virale un video nel quale un ragazzo, Davide Pinto, si arrampica sulle grondaie di un palazzo, raggiunge un balcone trovando i proprietari di casa che, sentitesi invasi, si arrabbiano.
Noi del Corriere di Napoli abbiamo deciso di dare voce al ragazzo in questione, Davide Pinto, dal momento in cui è stato risucchiato dalle polemiche social, senza mai essere stato effettivamente chiamato a deporre la sua questione dei fatti.
Davide Pinto: la verità dei fatti
-Ciao Davide, la prima domanda è sempre la più banale: perché sei salito su quel balcone?
– Io ed un gruppo di amici stavamo giocando a calcio in un quartiere di Napoli, ai Colli Aminei per la precisione, quando uno di loro, nella foga, ha disperso il pallone sul terrazzo incriminato. Chiedendo gentilmente al proprietario di casa la restituzione di questo, siamo stati più volte sfidati a salire noi stessi per recuperarlo, in quanto lui non era minimamente intenzionato a farlo. Non facendomelo ripetere per più di una volta, non ci ho visto più e sono salito.
–Cosa ti ha portato ad avere quegli atteggiamenti nei confronti dei proprietari di casa?
–Non so cosa mi sia preso; sono salito lì sopra con un’intento, ma sono stato scambiato per tutt’altro, per ciò che NON sono tra l’altro. In quei momenti è come se il cervello mi fosse andato in tilt. Stavo facendo una cosa che speravo potessero comprendere, sopratutto dopo un dibattito abbastanza acceso avvenuto nei momenti prima, ma vedermi tutti quegli occhi puntati addosso, come impauriti, e la ragazza riprendere, come per incriminarmi, mi ha portato a ragionare poco.
-Qual è stato il tuo animo in questi giorni di polemiche e appellativi?
–Beh, semplicemente sono rimasto deluso dal vedere come la società nostrana si fermi sempre alle apparenze, senza mai approfondire le questioni. Io non sono un ladro, ho sbagliato ad aver invaso l’abitazione della famiglia in quel modo, attenzione, lo ammetto e lo farò sempre, come ho fatto anche pubblicamente nell’intervista con Andrea Rossi di “Alici come prima”, ma farmi passare per quello che non sono, no. Sarebbe stato più comodo salire sul balcone con mascherina o passamontagna se avessi avuto altri scopi, non trovi?
-Cosa c’è che più ti ha dato fastidio in merito all’accaduto?
-Come già detto, la cosa che più mi ha dato fastidio è stato l’atteggiamento delle persone; andarsene per supposizioni loro, limitandosi a lasciare un commento vedendo metà video, senza mai verificare la realtà dei fatti con i diretti interessati.
Una società che non cambierà mai, rovinata dai social
Chi alla sua età, dopo aver perso un pallone, non proverebbe in tutti i modi a recuperarlo per tornare a giocare? Davide è un semplice ragazzo di 21 anni che, come tutti i ragazzi d’altronde, si è visto bruciare l’adolescenza per colpa di un maledetto virus che non ci permette più di godere dei momenti che prima definivamo banali, ma che, adesso, sarebbero di un prezioso che neanche mai avremmo potuto immaginare.
Questa premessa non giustifica comunque la bravata del ragazzo, che ribadiamo essersi più volte pentito e scusato, anche pubblicamente, ma per come si è posto e messo a disposizione ai nostri microfoni, aprendosi con noi senza mai aver paura di dire la verità, possiamo confermare quanto anche da lui stesso dichiarato: è tutto tranne che un ladro.
Strumentalizzare un ragazzo, senza sapere chi è, che cosa fa, la sua storia, accusandolo di essere un ladro, o quanto meno di voler compiere azioni “devianti”, come direbbe Durkheim, senza avere certezze in merito, è la dimostrazione che la nostra società difficilmente riuscirà ad avere un futuro roseo.
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