Napoli, città di orgoglio per il nuoto italiano, si ribella alla chiusura delle piscine imposta dal dpcm. Ecco com’è cambiata la situazione delle piscine in Campania nell’arco di un anno.
Il degrado e lo splendore internazionale
Facciamo un passo indietro. Torniamo a Giugno 2019.
Napoli e la Campania sono al termine dei lavori per gli impianti che ospiteranno l’evento più grande al mondo dopo le Olimpiadi: le Universiadi 2019.
La piscina Scandone è irriconoscibile, ma cosa più importante, c’è l’aggiunta di una vasca olimpica di dimensioni identiche alla piscina interna, 50×21 metri con otto corsie.
La Campania fa un enorme passo avanti e finalmente può vantare un impanto di grandissimo valore.
Siamo a Ottobre 2019. La Scandone ospita una manifestazione mondiale: la International Swimming League 2019.
La struttura torna a ricoprirsi di luci, effetti speciali e musica, lo stadio è completamente pieno e sembra quasi che il nuoto abbia lo stesso valore del calcio in Italia. Napoli diventa l’epicentro del nuoto mondiale.
Il caos tra dilettanti e professionisti
Ora facciamo un salto ad oggi, Novembre 2020. Piscine chiuse, nonostante si fossero creati tutti i presupposti per lasciarle aperte.
Solo pochi dei nuotatori professionisti hanno la possibilità di allenarsi, tutti gli altri a casa.
Per non parlare delle centinaia di persone che sfruttano la piscina per la riabilitazione o per risolvere un qualsiasi problema di salute.
Non è una situazione sostenibile, soprattutto quando si vede dare la libertà al calcio come se fosse meno periocoloso di una nuotata in corsia libera.
Ma Napoli tornerà a splendere, perchè ha tutte le carte in regola per farlo. I nuotatori torneranno in vasca, con maggiore adrenalina e voglia di gareggiare, valorizzando nuovamente le piscine in Campania.
Perchè ora Napoli, è l’orgoglio di tutti i nuotatori italiani.
Potrebbe interessarti: