Le Cento Camerelle, conosciute anche come le Prigioni di Nerone, erano inizialmente delle cisterne. Il luogo diviene prigione dopo che, salito al potere Nerone, il giovane inizia a sospettare della madre e decide di richiuderla.
In quel periodo Nerone era diventato paranoico, tanto che tutti temevano più per la sua incolumità che per la propria. La pazzia si era intravista già da bambino eppure nessuno si era mai preoccupato. I potenti non venivano mai contestati, specie se ciò significava venire giustiziati per tradimento.
Ci fu un momento, durante quegli anni però, in cui il popolo dell’Impero mise in dubbio Nerone, mise in dubbio, per la prima volta, un imperatore. Il popolo ammirava da sempre gli imperatori, vuoi perché altro non poteva fare, vuoi perché il potere affascinava sempre tutti.
Da quando era salito al potere, dopo il breve periodo in cui la madre Agrippina aveva governato, Nerone aveva già dato sfoggio di sé. Il primo matrimonio aveva dato vita ad uno scandalo che si era esteso per tutto l’impero in tempi brevissimi. Nerone aveva sposato Claudia Ottavia, figlia del prozio Claudio e per questo il matrimonio era ritenuto incestuoso.
Ciò che però davvero colpiva di Nerone era il rapporto con la madre. Agrippina, che era stata al potere negli anni in cui Nerone era troppo giovane per assumere il comando, aveva conosciuto il potere e aveva faticato a lasciarlo andare. Quando Nerone la sostituì con altri consiglieri, la madre non nascose il suo dispiacere e la sua rabbia nei confronti del giovane.
Qualche anno dopo, Nerone, temendo che la madre potesse rivoltarsi contro di lui decise di ucciderla. Prima di eseguire il matricidio la fece però rinchiudere.
La fece richiudere in una delle opere più grandiose dell’epoca: Cento Camerelle. Agrippina si ritrovò in questa grande struttura senza realmente saperne il motivo. La donna e suo figlio non si videro per tutto il tempo in cui fu rinchiusa. Le sembrarono mesi, ma, in realtà, Nerone ne ordinò quasi subito l’esecuzione.
Per quei due giorni la madre si ritrovò a vagare in una grossa cisterna e ad accarezzarne il tufo. Cercò di non pensare a cosa la aspettasse analizzando il luogo in cui si trovava, per quanto potesse. Durante il suo breve tempo al governo, infatti, non si era molto interessata al carattere strutturale, puntava sempre ad ampliare il proprio potere.
La struttura era costruita su due livelli e fu allargata più volte per riuscire a portare acqua anche al demanio imperiale. Scavata nel tufo, la cisterna era divisa in quattro navate da tre file di pilastri e coperte da volte a botte. Come ogni cisterna che si rispetti era rivestita da un materiale idraulico molto spesso.
Nella parte inferiore si possono notare i corridoi paralleli intersecati ad angolo retto. I vani invece erano scavati nel tufo e foderati in opera cementizia.
La morte di Agrippina divenne un mito, poiché la vera storia resta un mistero. Si dice che addirittura abbia chiesto ai suoi assassini di colpirla al ventre. Forse a sottolineare come non avrebbe mai perdonato il tradimento del figlio.
Le Cento Camerelle sono tutt’oggi visitabili. La storia sopra riportata è frutto di fantasia e ha lo scopo di presentare e farvi calare nella storia di Nerone e della reclusione di Agrippina.
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