La Casina Vanvitelliana è un luogo caratteristico di Napoli. La suggestione del luogo in cui si erge, nonostante il tempo passi, non perde mai il suo valore. Utilizzato per ospitare gente illustre e scenografia di numerosi concerti e mostre, diventa la scenografia dello spettacolo di un artista.
Il coraggio di inseguire i propri sogni…
Venni invitato dal re Ferdinando IV di Borbone per trascorrere un soggiorno a Napoli. Avevo trascorso l’intero anno viaggiando per tutta l’Europa, per far conoscere a tutti la mia musica. Avevo avuto la fortuna di suonare per i monarchi europei.
Suonare era sempre stato il mio sogno, ma avevo sempre avuto un vento contrario: la mia famiglia. Da piccolo, infatti, mi avevano subito guidato verso gli studi letterari, impedendomi di coltivare la mia indole. Mi ritrovavo spesso, alle feste o ai ricevimenti, rintanato accanto al violino, al violoncello o a qualsiasi altro strumento fosse stato ingaggiato per l’occasione. Mi ritrovavo a tenere il tempo con il piede, quando, nel salone io ero chino sui miei studi e mio padre accendeva il grammofono.
All’età di diciott’anni avevo lasciato casa dei miei e avevo iniziato a studiare musica al conservatorio. Di lì a dieci anni, mi trovavo invitato dal Re a soggiornare da lui per poi suonare per lui.
Un illustre invito…
Venni invitato a soggiornare alla Casina Vanvitelliana, residenza reale famosa in tutto il mondo. La Casina era da sempre e ovunque conosciuta poiché usata dal Re per ospitare i vari artisti. Spesso veniva utilizzata per ospitare e dare vita a concerti e mostre. Il luogo era qualcosa di magico: si ergeva sul Lago Fusaro e per raggiungerla dovevi attraversare un ponte. Il tramonto, visto da lì, era la cosa più romantica e emozionante che avessi mai visto.
La Casina non pretendeva di essere l’architettura più innovativa, ma la sua architettura barocca si sposava benissimo con il parco e con l’atmosfera del lago creava. La pianta era poligonale, con tre corpi ottagonali che s’intersecavano tra loro.
Arrivato davanti la Casina Vanvitelliana notai che era costruita su due piani. Entrai come si entra nelle chiese, perché avevo timore di rompere quella magia. Al primo piano vi era un salone centrale con due ambulacri. Al secondo lo spazio era ugualmente ampio, ma più ristretto.
Le terrazze infatti, permettono sia di godersi lo spettacolo del lago, ma anche la maestria e l’eleganza del parco che circonda la Casina. Le enormi finestre, invece, danno la possibilità di rendere il luogo così luminoso da mettere di buon umore nei giorni più soleggiati.
Il concerto…
La sera stessa del mio arrivo ci fu il mio spettacolo. Ero molto nervoso, sentivo che l’onore era così grande da non meritarlo. Invece io avevo studiato per essere lì e sin da piccolo questo era stato il mio sogno. La Casina Vanvitelliana venne addobbata per l’occasione, in maniera molto sfarzosa, ma la cosa non mi dispiacque.
Dopo il concerto, il Re in persona venne a congratularsi con me per la mia musica e la mia bravura. Ne fui onorato e per la prima volta, nonostante il mio grande successo, capii di aver preso la scelta giusta.
Questa storia ha il solo scopo di descrivere il posto, non ha alcun fondamento storico.
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