Quattro chiacchiere con Guido Pasciari divise in quattro punti sui quali abbiamo voluto soffermarci per capire qual è la situazione della pallavolo campana dopo un anno dall’inizio della pandemia.
Qual è l’attività dei comitati
Il presidente Guido Pasciari ci tiene da sempre a specificare che i comitati sono la casa delle società affiliate e di tutti i tesserati.
Frequentare la federazione è fondamentale per vivere il nostro sport, conoscerne le dinamiche ed essere parte di un movimento a 360 gradi.
I comitati fanno programmazione, indicono corsi e aggiornamenti per allenatori e dirigenti con relatori di esperienza nazionale, gestiscono tutto l’iter organizzativo dei campionati ma soprattutto, sono aperti a tutti per proposte, idee, critiche e osservazioni.
Quest’emergenza ha incrementato il dialogo con il metodo delle call, ma appena si potrà, questo costante confronto sarà un fattore sui quali comitati punteranno con decisione.
I numeri della pandemia
La pallavolo è tra quegli sport che ha ripreso l’attività delle competizioni di interesse nazionale.
Nonostante questo, la difficoltà nelle concessioni delle palestre, il timore di genitori e ragazzi e lo stop di moltissimi atleti di serie minori ha creato un divario disarmante con lo scorso anno.
Leggendo i numeri, la paura di non poter tornare più alla normalità si fa strada brutalmente.
Al 23 febbraio, la situazione era la seguente:
- 239 società affiliate rispetto alle 256 del 2020 – Napoli ne ha perse 6, ma tante non hanno più palestra o atleti;
- Il numero dei dirigenti tesserati passa dai 2173 ai 1807, passivo del 20%;
- Diminuiscono gli arbitri indoor e gli osservatori, mentre restano stabili i delegati arbitrali;
- Il numero che però più riflette la condizione della pallavolo regionale è quello degli atleti tesserati: 7499 quest’anno a fronte dei 16458 dello scorso, con una diminuzione del 119%.
Programmi per il futuro
Considerando questa copiosa perdita di atleti, il compito della Fipav Campania e dei comitati territoriali è quello di far capire a tutti che la pallavolo è viva.
Con l’augurio della ripresa a pieno regime verso metà aprile e avvicinandosi la stagione estiva, il CR si è già attivato per creare ben quattro centri federali di beach volley.
Dalle spiagge può risorgere la voglia di tornare a questo meraviglioso sport.
Si cercherà di essere presenti in grandi eventi, piazze e scuole.
Si punterà sul Sitting volley, una nuova dimensione in cui togliere le barriere tra persone con disabilità e normodotati.
Ipotizzando una ripresa lenta e probabilmente un calo tecnico, si devono studiare nuove proposte di gioco e campionati, ma contestualmente deve migliorare la qualità degli addetti ai lavori in modo che sempre più persone si avvicinino alla pallavolo e trovino società sempre più organizzate e professionali.
La posizione della FIPAV in merito alla Riforma dello sport
La FIPAV e la FIP, così come la FIGC hanno già scritto al premier Draghi affinché alcuni punti del decreto voluto dall’ex ministro Spadafora sia rivisto in alcuni punti.
I temi più dibattuti sono prevalentemente due: l’abolizione del vincolo sportivo e la regolarizzazione dei collaboratori sportivi.
La generalizzazione dello sport, senza distinguere il valore di cartellini, sponsor e numeri di affiliati o tesserati è il vero problema dell’abolizione del vincolo sportivo.
Un calciatore va distinto per forza di cose da un pallavolista.
Il primo porta in dote bonus alle varie società che lo hanno cresciuto fino a fine carriera, il secondo invece, solo il tempo che i suoi allenatori hanno investito su di lui.
Svincolare un atleta alla fine ogni anno sportivo rende pressoché vano lo sforzo di un allenatore che impiega energie per un progetto a lungo termine. L’obiettivo è formare i ragazzi e farli diventare campioni senza generare una sfrenata compravendita che va a discapito dell’intero movimento.
Il secondo punto è quello che se dovesse diventare troppo stringente, farebbe cessare l’attività di tante piccole società con molta passione ma poche risorse economiche. E se finisce la passione, assisteremo all’ennesimo fallimento della nostra politica troppo spesso avulsa dalla realtà.
Prima di salutarci il presidente Guido Pasciari ha voluto chiosare con una desiderio personale da dedicare a tutti i pallavolisti:
Non voglio vedere persone assopite o convinte del fatto che non si farà nulla. La situazione è quella che è, ma dobbiamo reagire! Questo momento passerà, teniamo duro perché la pallavolo ha bisogno di noi e del nostro cuore.
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