Torna un nuovo appuntamento della rubrica Discover Naples con le curiosità, le leggende e i misteri di Napoli. Dopo l’ultimo appuntamento alla scoperta della mura aragonesi della città, ci addentriamo nella storia di uno dei luoghi più conosciuti del centro storico. Palazzo Corigliano e le sue mura greche.
Palazzo di Sangro di Vietri
Sito in Piazza San Domenico Maggiore e oggi sede delle aule dell’Università L’Orientale, la storia di Palazzo Corigliano inizia nel XVI secolo quando, per volere di Giovanni di Sangro, fu eretto dall’architetto Mormando. La costruzione dell’edificio aveva uno scopo ben preciso: celebrare l’ammissione dei di Sangro nel sedile di Nilo, tra le più illustri famiglie di Napoli.
Nel 1587 il palazzo passò nelle mani dei Carafa (di cui ti raccontiamo la storia qui) e, nel 1732, fu acquistato dal duca Agostino Saluzzo. Fu proprio a quest’ultimo che si deve l’attuale nome del palazzo: il duca, infatti, acquisì successivamente il feudo calabrese di Corigliano da cui oggi il palazzo prende il nome.
Tra il 1927 e il 1934, l’Istituto Orientale prende in affitto il primo piano nobiliare del palazzo, in attesa di una sistemazione definitiva che troverà nel ’35 con l’acquisto di Palazzo Giusso. Tuttavia, è solo negli anni Settanta che l’Università Orientale decide di acquistare tutto l’edificio… dopo una trattativa durata quasi dieci anni!
Mura greche e il cabinet del duca
Gioiello del barocco napoletano, Palazzo Corigliano ospita al suo interno sorprese architettoniche non indifferenti. Se da un lato possiamo ripercorrere la storia del rococò napoletano visitando il cabinet del duca; dall’altro è possibile rivivere la Neapolis greca visitando l’ora aula “mura greche”.
Durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio che le evidenze greco-romane furono portate alla luce. Oltre alle famose mura appartenenti ad un antico decumano inferiore, furono rinvenuti anche i resti di una domus romana situati, oggi, all’interno della sezione Napoli Antica del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Ma la vera meraviglia è al secondo piano dell’edificio, nell’attuale Biblioteca di Studi Asiatici. È proprio qui, infatti, che è possibile ammirare una galleria ricca di affreschi sulla volta e sulle pareti! Ultimo, ma non per importanza, è il pezzo forte dell’edificio: il cabinet del duca. Un vano abbastanza piccolo, adibito a studiolo, ricoperto da specchi realizzati su progetto del decoratore Filippo Buonocore.
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