Scoperta sensazionale da parte di Vincenzo De Simone, fondatore de “La gente di Napoli – Humans of Naples”. Sapevate che ci sono dei messaggi nascosti nei murales di Jorit? L’artista italiano di urban art più celebre degli ultimi anni è diventato famoso grazie ai ritratti dei volti simboli delle lotte sociali e di singoli settori, dal mondo dello spettacolo a quello dello sport. Lo psicologo e fotografo del progetto “dei volti di Napoli” ha scoperto il segreto dei murales di Jorit Ciro Cerullo.
Nei suoi murales sono nascoste delle scritte, parole e frasi che ne ampliano il significato: nomi di persone del luogo, testimonianze e motti rivoluzionari celati sapientemente dall’artista alla luce del Sole, aiutato spesso dai componenti della sua crew, Tukios e Calaveras.
Gli esempi dei messaggi nascosti di Jorit
Ma quali sono gli indizi segreti delle opere di Jorit? Alcuni tra i messaggi nascosti più significativi sono: “Hasta siempre” nel murale di Diego Armando Maradona, “Tagliateci la testa col machete” e “Meglio sparare che sparire” nel murale di Ernesto Che Guevara, “Le vele urlano!” e “Scampia chiede lavoro” nel murale di Pier Paolo Pasolini e “Socialismo o barbarie?” in quello di Salvador Allende.
Ma Vincenzo De Simone racconta di più: “I messaggi sono nascosti ovunque sul volto ma quelli più importanti si trovano negli occhi, dove le persone inizialmente indirizzano il loro sguardo, creando empatia con il soggetto.
Si tratta di scritte difficili da notare perché hanno tonalità di colore molto simili allo sfondo del murale e quindi non sono visibili né ad occhi nudi né con teleobiettivi e droni; questo accade soprattutto perché spesso dipinte in modo non lineare, oblique o a zig zag.”
Una scoperta anche per Jorit
Una prima scoperta è stata compiuta nel 2018, con Vincenzo De Simone, che ha realizzato un documentario con i volti della città di Napoli, salito alla ribalta anche a livello internazionale. I messaggi erano lì da sempre, in attesa di essere scoperti.
Grazie alla postproduzione di alcune foto, Vincenzo ha cominciato a notare degli strani segni sui murales: con non poche difficoltà ha scoperto che erano parole e/o frasi estremamente importanti per capire il significato dell’opera.
Quindi ha iniziato a fotografare ad uno ad uno tutti i murales realizzati dall’artista creando così il primo archivio fotografico al mondo di murales e messaggi nascosti. Una scoperta che sorpreso tutti, anche lo stesso Jorit: “L’artista è rimasto incredulo e non credeva che qualcuno potesse raccoglierli: erano quasi frutto di un gioco, nati com’erano per impiegare il tempo. I nomi delle persone presenti tra questi derivavano molto spesso dalle interazioni con le persone del luogo che Jorit incontra e simboleggiano quindi il legame speciale che l’artista arriva a stringere con queste ultime. Talvolta però da queste interazioni nascono anche nuove suggestioni che Jorit decide di trascrivere nei murales.”
Insomma, una scoperta notevole da parte di Vincenzo De Simone, il cui curriculum ci mostra la sua abilità nel rendere Napoli oggetto artistico anche oltre la fotografia.
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