Vico Due Porte a Toledo, Quartiere Montecalvario. Una via che in molti conosceranno e non solo per la sua Storia secolare. Nel cuore dei Quartieri Spagnoli un faro illumina le porte del paradiso degli universitari: Cammarota Spritz. Come spesso accade, ogni attività o evento ci attira e dunque il Corriere di Napoli ha avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con Armando Cammarota, il Re degli Spritz. Una storia decennale che è diventata punto di riferimento per le nuove generazioni all’ombra del Vesuvio.
Da ieri finalmente si è tornati a bere l’happy hour più in voga della città partenopea e respirare la vita nei vicoli di Napoli. Ma scopriamo di più sulla storia di colui che ha rivoluzionato la movida napoletana e la sua impresa.
Cammarota Spritz: una storia Mondiale
Cammarota Spritz: una storia Mondiale. Ma per quale motivo? Durante la chiacchierata con Armando Cammarota è venuto fuori che il locale più famoso dei Quartieri Spagnoli è nato per caso. Nel corso della Coppa del Mondo di calcio del 2006, quando l’Italia vinse il quarto ed ultimo Mondiale delle sua Storia, ecco la scoperta di un talento, come raccontato dallo stesso prodigio:
Nel 2006, nei dintorni della cantina, viveva un gruppo di ragazzi di Capri con i quali diventai molto amico. Mi invitavano a casa loro e con loro guardai le partite del campionato del Mondo. Furono loro i primi a chiedermi lo Spritz. Io avevo l’Aperol, una bottiglia, ma non avevo mai fatto lo Spritz e onestamente non sapevo neanche come si facesse: forse non lo so ancora!
Una scoperta nata per caso all’interno della sua cantina, oggi sede di “Cammarota Spritz”, chiamata all’epoca “A pigna d’Uva”. La cantina di una vita, nei suoi Quartieri Spagnoli. Una persona umile, da una famiglia comune: il padre lavorava al Liceo Umberto mentre la madre era casalinga.
Popolo di cammarotiani: la forza dei social
Tra i primi a chiudere a marzo e dicembre, finalmente Cammarota Spritz può riaprire essendo la Campania in zona gialla. Grazie ai social però, anche in pieno lockdown, il popolo di cammarotiani è rimasto attivo: un’impresa non facile come dichiara Armando.
Durante il lockdown, come tutti, scendevo solo per fare la spesa e comunque tramite social sentivo tutti i ragazzi. A loro va sempre il mio pensiero, non è semplice tenere a bada tutta l’energia che hanno. Credo che siano stati impeccabili e dopo quasi un anno vanno capiti.
Il marketing e i social hanno inciso tanto nella sua attività: uno sviluppo del tutto naturale. Un grande team dove ognuno ha la sua competenza e voglia di fare: “Da una parte ci sono io che curo la parte off-line comportandomi come mi è più normale: essere amico e gentile con i cammarotiani. Dall’altro c’è Toto dal 2013 e poi Fabrizio dal 2016, che frequentando spesso la cantina, hanno creato da zero e con il tono di voce che più mi si addicesse parlando la lingua dei cammarotiani.”
Proprio ai cammarotiani, ogni 6 mesi, viene destinata una una piccola somma per sponsorizzazioni o comunque per acquistare opere o oggetti handmade. Un’importante iniziativa che dà, per dirla come la definisce Armando, “un po’ di power ai ragazzi ed ai loro progetti.”
Tra i primi Spritz a Napoli, nell’arco di 20 anni, mattone dopo mattone, Armando ha costruito un punto di riferimento per tanti napoletani e si augura…
Il 2021 é un nuovo capitolo, al 2020 non voglio più pensarci. Adesso spero di lavorare tanto e riuscire a fare quante più cose per il sociale, aiutare il mio quartiere e non solo.
Un in bocca al lupo dunque a Cammarota Spritz e la sua community così come tutti quei locali e quelle imprese che rendono Napoli speciale anche per la sua capacità di reinventarsi e adattarsi all’innovazione.
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