
Vincenzo Capuano si racconta al Corriere di Napoli. Un Maestro partito da lontano, dalla periferia nord di Napoli per giungere sul tetto del mondo della pizza. Sono tanti i premi vinti in Italia e negli USA dal pizzaiolo classe 1989: “Campione mondiale di Pizza Napoletana” (nella categoria RossoPomodoro e 3° classificato a Las Vegas ad esempio), è stato Ambasciatore all’Expo 2015 a Milano.
Una famiglia di pizzaioli che grazie a Vincenzo Capuano ha conosciuto anche l’innovazione, issandosi a punto di riferimento a Napoli (sono 4 le pizzerie in tutto tra Via Chiaia, Vomero, Pozzuoli e Pompei) e non solo. Due chiacchiere con un talento umile e consapevole che il sogno è appena cominciato.
“Pizzaiolo Napoletano da tre generazioni studio degli impasti precisione delle cotture, equilibrio dei condimenti leggerezza delle preparazioni.”
-Generazione Capuano
Due chiacchiere con Vincenzo Capuano
-Ciao Vincenzo e grazie della sua disponibilità: prima di tutto come va? È un periodo complicato, per il turismo e quindi per tutti i servizi annessi a Napoli: come state affrontando il periodo di crisi della ristorazione?
–La ristorazione in generale credo stia ancora pagando questo periodo buio, nonostante i nostri locali sono messi in sicurezza, non ci lasciano ancora aprire. Gli aiuti sono minimi rispetto ai danni, ma come sempre ci rimbocchiamo le maniche e andiamo avanti.
La pizza: una passione di famiglia
–Ma adesso giungiamo alla parte più importante, al simbolo di Napoli: la pizza. Può sembrare scontato essendo figlio d’arte, ma davvero la passione per qualcosa di familiare si tramanda oppure si forza? O addirittura è qualcosa di innato?
–La mia famiglia vive di pizza da sempre, nessun uomo nella mia famiglia fa un altro lavoro da mio nonno a mio padre, una vera discendenza quindi diciamo la verità inizialmente era un obbligo, soffrivo nel non poter uscire il sabato sera con gli amici. Crescendo mi sono trovato nelle mani una vera e propria arte che mi ha reso indipendente e mi ha aiutato a realizzare i miei sogni. Ovviamente credo che il successo sia 99%costanza 1% talento.
-“Pizzaiolo da 3 generazioni”: cos’è cambiato dalla prima era della famiglia Capuano? E qual è la storia della pizzeria Capuano?
–La mia famiglia si era un po’ adagiata sulla tradizione fermandosi un po’. La vera rivoluzione penso di averla fatta io, girando il mondo e portando la pizza contemporanea a Napoli.
Il segreto della pizza
-Sicuramente non ci darà la ricetta segreta ma qual è l’ingrediente in più di una buona pizza?
-Una volta ti avrei risposto “il cuore” ma in realtà il vero segreto è la formazione e lo studio delle farine e dei processi che avvengono nell’ impasto .
–Anche per Lei la margherita e la marinara sono quelle classiche di Napoli? Qual è la sua preferita da cucinare e da mangiare tra le tante specialità?
-La pizza preferita e simbolo della mia famiglia è la 3P: Pomodoro, Provola e Pepe. Per me un simbolo familiare oltre che un semplice gusto di pizza
–Da dove nasce il cornicione doppio? E per chi è “ignorante” in materia: perché ci sono pizzaioli, talento permettendo, che la fanno più doppia di altri piuttosto che sottili e viceversa?
–La pizza di oggi è una pizza molto identitaria, basta vedere una foto per dire quella è la pizza di Capuano, oppure di un altro maestro quindi ognuno si rappresenta come meglio crede. Ognuno sceglie la propria identità.
Social e piatti tipici: il nuovo che avanza
–Una delle evoluzioni dell’azienda familiare è sicuramente la tecnologia: quanto sono fondamentali per voi i social?
–I social per me sono come una seconda famiglia , li uso da sempre e mi hanno cambiato la vita, da poco, dopo Facebook ed Instagram ho aperto anche un canale You Tube e devo dirti sto avendo molte soddisfazioni.
-Ma voi non fate soltanto pizze, anche casatielli ad esempio: possiamo parlare sempre di pizzeria o un nuovo modo di fare ristorazione?
–Le pizzerie stanno sicuramente cambiando nelle strutture, nel design nello stile e sicuramente il futuro delle pizzerie si dirige anche verso la pizza in teglia e la pizza in pala ed altri lievitati ma credo che la gente alla fine cercherà sempre la pizza tonda napoletana.
Expo 2015 e le pizzerie: un Maestro a tutto tondo
-In Campania sono 4 le pizzerie della Famiglia Capuano giusto? Quando tutto tornerà alla normalità esporterà in Italia e nel mondo il prodotto? Ne ha già aperte altre?
-È in cantiere un progetto estero che per ora tengo top secret: speriamo bene, sicuramente il sogno non si ferma.
-Expo 2015: un’esperienza unica. Ci racconta di più? Quante pizze ha fatto?
–180.000 pizze in sei mesi e molta visibilità credo il più grande evento che abbia mai fatto nella mia vita.
–Non soltanto pizzaiolo ma anche influencer e filantropo: come si uniscono queste tre passioni?
-Le pizze sono tradizione per me, ma la voglia di raccontare la mia storia è innata, da quando sono partito da Scampia ed ho girato il mondo ho sempre raccontato il mio percorso i miei follower mi hanno visto crescere e tifano per me.
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