Le collaborazione di Dj TY1
–Artisticamente parlando, un periodo nel quale siamo stati in casa, oltre ad un “lockdown” per voi musicisti quando dovete far uscire qualcosa ne ha giovato o è stato più dannoso?Diciamo che ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro, sicuramente per noi non poter suonare e promuovere la nostra musica dal vivo e’ davvero frustrante. Allo stesso tempo pero’ nel mio caso mi sono chiuso a produrre nuova musica, prima non avrei mai potuto trovare cosi tanto tempo per stare in studio.
-Essendo tu una pietra miliare del rap italiano e grande produttore ed avendo collaborato con altrettanti colossi di questo genere come è stato lavorare con Noyz Narcos e Speranza in “Sciacalli”, con da una parte una colonna portante del rap e dall’altra un rapper sottovalutato che si sta ritagliando lo spazio che merita nella scena attuale?
-È stato molto spontaneo, avevo questo beat e ci sentivo Speranza in primis. Una sera a cena con noyz gli ho detto che avevo questo pezzo con Speranza e mi ha subito detto di volerci collaborare. Siamo andati in studio e dopo un ora avevamo il pezzo. Grandissimo feeling tra i due.
-Hai qualche rapper da consigliare che meriterebbe per te maggiore visibilità?-Hosawa e Vettosi di Napoli, Erick Roulier di Salerno, Touche’ di Milano.
Ora farei qualche passo indietro, 1997, che cosa ti viene in mente pensando a quest’anno?
-22 novembre, ho vinto per la prima volta il campionato italiano ITF, la gara di dj più importante d’Italia. Da quel momento la mia passione e’ diventata anche il mio lavoro.
-Ti vorrei chiedere di dirmi un aggettivo per ciascuno di questi 3 artisti: Marracash, Paky, Charlie Charles.
-Marra è la penna de dios, Paki è una tigre, Charlie un precursore.
-Oltre alla musica che passioni hai e/o coltivi?
-Sicuramente mi piace cucinare, amo fare la spesa nei vari mercati di Bologna dove vivo e cucinarmi. Mi piacciono i videogiochi vintage e collezionare snapback:)
-Come vedi il lavoro del producer ieri, oggi e come si evolverà in un domani?
-Sicuramente in passato il producer stava dietro le quinte, nel caso della dance soprattutto negli anni 90 erano i dj che suonavano e i producer chiaramente componevano i pezzi. Adesso il producer la maggior parte delle volte è anche in consolle. Poi ci sono producer che sono dei veri e propri artisti, se pensiamo ai Daft Punk, Skrillex, Diplo. Atri preferiscono stare in studio e produrre per terzi, nel mondo e in Italia ci sono varie forme in evoluzione.
Ultima domanda dell’intervista sulla musica e non
-Molti artisti della scena rap italiana si sono concentrati nel fare streaming su un Twitch, una piattaforma di dirette. Tra questi c’è Bassi Maestro, che fa dei Dj set hip-hop spiegando la storia di un album, di un’artista etc. Cosa ne pensi di Bassi Maestro? Ti attira fare qualcosa del genere o preferisci concentrarti su quello che stai facendo adesso?
-Diciamo non ho avuto tempo di pensare allo streaming anche se in questo momento è fondamentale il supporto di queste piattaforme e vedo che c sono tante realtà. Mi sono messo a produrre e sono concentrato sul mio futuro aspettando con ansia di tornare sul palco. Bassi e’ una figura storica dell hip hop italiano e ha sempre contribuito al tutto.