“Jupiter”, fuori dal 19 Maggio, è un album strumentale d’esordio del produttore anonimo Elias La Flame.
15 produzioni che strizzano l’occhio al mondo delle soundtrack sottolineando la versatilità dell’artista.
Il concept che richiama al mondo dell’astrologia è chiaro, in quanto le tracce prendono il nome dei pianeti e satelliti presenti nell’universo.
L’artista punta a rappresentare l’ampiezza delle proprie vedute, analizzando ciò dal punto di vista umano, mentre, artisticamente, sottolinea la continua voglia di ricerca del suono.
Le principali influenze di questo progetto possono essere ricondotte ad artisti come Mike Dean o anche KAVINSKY, seppur mantenendo un’identità unica e ben definita.
Chi è Elias La Flame?
L’incognito è il suo quartiere e humus musicale, dietro una porta dove può scorgere la vita in un “Panta rei” moderno, può scegliere di esistere.
La Flame è un filtro per essere un IO senza nome, che sa essere vero dietro una maschera protettiva che gli concede la possibilità di esprimersi liberamente e di comporre la vita.
Noi del Corriere di Napoli abbiamo avuto il piacere di intervistarlo in una simpatica chiacchierata.
L’intervista
– Domanda che sembra scontata, come stai?
“C’è una strega dentro l’anima
che ogni giorno mangia un pò di me.”
– Come mai questa scelta di non mostrarsi al pubblico ma di rimanere nell’anonimato?
L’anonimato per me è una maschera protettiva e con questo mezzo vorrei dare risalto alla musica ed esclusivamente a questo aspetto.
Poi dietro al buio di chi ci si cela dietro è relativo, ma voglio con questa scelta arrivare alla gente con delle domande.
– Cosa vuoi trasmettere ai tuoi fan con “Jupiter”?
“Sottosopra” e “Oltre” per me non sono parole diverse, bensì sinonimi che vorrei trasmettere, ma forse basterebbe sollevare lo sguardo e trovare le risposte “From the space”.
– Quando non sei impegnato con la musica, cosa ti piace fare nel tempo libero?
Mi stai chiedendo troppo! Ahaha passeggiare e scrutare il cosmo…non potrei dirti altro…
– Cosa ti aspetti dal futuro ma soprattutto cosa ci dobbiamo aspettare da te?
Anche su questo c’è del riserbo, non voglio svelarmi troppo, ma bolle sicuramente qualcosa in pentola.