È ancora presente in ognuno di noi il difficile periodo di lockdown totale. Tante le iniziative tra marzo e maggio: dall’inno di Mameli fuori i balconi ai “panari sospesi” passando per le tante attività online. Tra queste la scuola, che in questa nuova fase del Coronavirus si trova di nuovo in difficoltà: tra lezioni in presenza e didattica a distanza (prontamente abbreviata con “DAD”), ecco la novità dai Quartieri Spagnoli. Nasce la “didattica dal balcone” su iniziativa del maestro Tonino Stornaiuolo, insegnante presso DPDB – Dalla parte dei bambini – Scuola Internazionale Bilingue.
Il giovane maestro, non potendo andare a scuola, ha deciso di portare l’istruzione per i vicoli di Napoli con la “DAB”, “didattica dal balcone”. Un modo per restare a contatto con i propri allievi e continuare a formarli, come studenti e come cittadini. Tonino Stornaiuolo non ha soltanto inventato un nuovo modo di insegnare, comprendendo non solo gli studenti ma anche i genitori, ma anche redendo omaggio a Gianni Rodari.
L’autore italiano avrebbe compiuto 100 anni il prossimo 23 ottobre, e il maestro napoletano ha voluto rendergli omaggio leggendo “Telegramma” e “La fuga di Pulcinella”. Un nuovo modo di insegnare, che emoziona, entusiasma e fa da apripista all’iniziativa della scuola Dalla parte dei Bambini. La direttrice Rachele Furfaro sta organizzando per giovedì 22 ottobre una staffetta di lettura: “Dai balconi ai tetti in nome di Rodari” per tutte le scuole napoletane.
La dichiarazione
“Era qualcosa che già avevo in testa da un po’. – ha raccontato Tonino Stornaiuolo a Repubblica – La scuola dove insegno ha un’impostazione fondata sul portare il più possibile la didattica fuori dalle aule e nell’immaginare forme di insegnamento alternative. Da lunedì scorso con i colleghi stavamo lavorando su Gianni Rodari, in occasione dei 100 anni dalla nascita che si celebreranno il prossimo 23 ottobre. Dopo l’ordinanza sono cominciati ad arrivarmi i messaggi dei bambini sconsolati per la chiusura delle scuole e quindi ho deciso di fare qualcosa per loro e per me, perché la mia paura era quella di non poter vedere i bambini per 5 o 6 mesi, come già successo, non volevo accettarlo.”
Potrebbe interessarti:
Scuola, il difficile rientro!
Coronavirus: le idee di Azzolina. Divisori a scuola e tanto altro
Il silenzio dei Quartieri