Coronavirus: i problemi della Turchia di Erdogan. La situazione in Europa, fino a qualche settimana, vedeva l’Italia come il paese più in difficoltà dopo l’arrivo nello stivale del Covid-19. Ormai il virus è entrato a far parte della nostra vita da più di un mese e mezzo e si fatica quasi a ricordare quanti giorni di quarantena sono passati. C’è però chi sta peggio: la Turchia, ad esempio, fino a un mese fa non valutava come un pericolo imminente il Coronavirus, anzi. Un mese fa parlammo della situazione complicata di alcuni migranti bloccati tra Grecia e Turchia.
Adesso il capo di stato turco Recep Tayyip Erdoğan è stato obbligato a dover prendere misure rigide contro il Covid-19, come già altri paesi avevano fatto nelle ultime quattro settimane.
L’APERTURA DELLE CARCERI
Tra le tante mosse della Turchia per impedire una veloce diffusione del Coronavirus, una di quelle che spicca subito agli occhi è l’amnistia per un terzo dei prigionieri turchi. Il provvedimento, approvato nella notte di ieri dal Parlamento turco, esclude gli oppositori del presidente Erdoğan. Il testo è stato approvato con 291 voti a favore e 51 contrari e prevede sconti di pena per colpevoli di molti reati minori, donne incinte, madri di figli piccoli, anziani e malati cronici. La norma non si applica invece ai condannati per terrorismo, droga, violenze su donne e minori, abusi sessuali e omicidio di primo grado.
FEMMINICIDIO E L’ESPERIMENTO DEL COPRIFUOCO
Il Coronavirus ha eccezionalmente messo alla luce i problemi di tante donne vittime di violenza, costrette a restare a casa e a dover subire la ferocia dei mariti. In Turchia, una statistica resa nota dal dipartimento di polizia di Istanbul è talmente spaventosa da sperare non sia vera. Un femminicidio al giorno da inizio quarantena, dove si legge di un calo dei reati del 14,5%, dai furti agli omicidi, ma un aumento del 38,2% degli episodi segnalati di violenza domestica, passando da 1.804 a 2.493. Nel frattempo, inoltre, in 31 città turche si era tentato di stabilire un coprifuoco di circa 48 ore. Una decisione che ha scatenato il panico e ha fatto riversare migliaia di persone in strada, a fare scorte nei supermercati. Il sindaco di Istanbul, appartente all’opposizione di Erdogan, se n’è lamentato su Twitter, sottolineando che il suo comune non era stato informato della decisione. (Si vedano le info)
CRISI POLITICA?
Nelle ultime ore è trapelata la notizia delle dimissioni del ministro degli esteri turco Suleyman Soylu. In carica dal 2016, dopo il mancato golpe, aveva deciso di dimettersi poiché in disaccordo con le misure del governo contro il Covid. Le dimissioni sono state però respinte, un segnale che Erdogan non voglia prendersi tutte le colpe sulle sue spalle. Il presidente Erdogan, quando l’epidemia non poteva più essere nascosta, aveva annunciato in televisione che l’emergenza sarebbe durata due, massimo tre settimane. Insomma, una visione più che positiva, ma che, ad oggi, sembra un’utopia. Coronavirus: i problemi della Turchia di Erdogan.
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