
Coronavirus: anche l’Italia dimentica le prostitute. Parlare di una categoria così criticata e messa da parte non è mai semplice. No, perché loro, le prostitute, sostengono di essere state dimenticate dal governo. Si definiscono, con eleganza anglosassone, sex worker. E ritengono di essere una categoria bistrattata e dimenticata. Per loro, dicono, neanche il Covid-19 è riuscito a mettere in quarantena i pregiudizi. Sono, in prevalenza, donne e trans. A causa della negligenza del governo, non possono accedere alle prestazioni sociali istituite come misure di emergenza dopo il Dpcm ‘Io resto a casa’”.
Oggi come ieri, protestano, “abbandonate dalla politica. E senza tutele per il mancato riconoscimento della professione di ‘lavoratrice sessuale‘”. E adesso perfino “sull’orlo del baratro di una povertà estrema“.Uno scenario drammatico che Pia Covre, storica rappresentante del Comitato per i diritti civili delle prostitute, ha voluto rendere pubblico.
NON FERMATEVI A GIUDICARE
Ha infatti lanciato un appello al governo e agli italiani: “Non fermatevi a giudicare. Aiutate chi ha più bisogno di voi”. Quindi annuncia: “Domani insieme alle organizzazioni anti-tratta e ai collettivi di sex worker lanceremo una raccolta fondi sulla piattaforma ‘Produzioni dal basso’. Il titolo? ‘Covid 19, solidarietà immediata per le sex worker più colpite dall’emergenza”.
Tra queste, le trans di Napoli. “Si stanno organizzando, scenderanno in piazza. Meglio morire di malattia, che come i topi, che di fame”, racconta Loredana Rossi. Non parliamo di una donna qualunque, ma di una donna che, più di altre, lotta per i diritti di persone ancora malviste e ritenute estranee alla mostra società. È infatti vicepresidente dell’associazione transessuali del capoluogo campano.
Parole ricalcate dalla collega, Gabriella Iovio, trans napoletana che con voce rotta dall’emozione domanda: “Dobbiamo restare chiusi per evitare di morire? Ma cosi moriamo lo stesso!”
“Se non fosse stato per chiese e associazioni non avremmo resistito alla fame. Noi non siamo bestie. Dateci un contributo – chiede Gabriella Iovio – per una sopravvivenza dignitosa. O qua scoppierà una rivolta”. Nel caos dell’emergenza Coronavirus, una rivolta di queste donne sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso.
NON SOLO ITALIA
Coronavirus: anche l’Italia dimentica le prostitute. Non siamo gli unici, però, ad aver avuto problemi con questa delicata situazione. C’è una piccola premessa da dare prima di introdurre il discorso: la prostituzione è considerata un’attività legale in Germania.
Le prostitute, infatti, sono classificate come lavoratrici autonome. Tuttavia, poiché il governo tedesco ha chiuso molte attività non essenziali per il coronavirus, alcune prostitute straniere si sono trovate in una situazione difficile.
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