Essere insegnanti è un mestiere difficile e lo è ancora di più ai tempi del Covid. E non sempre avere una grande preparazione corrisponde alla capacità di saperla trasmettere agli altri. Per questo, trovare qualcuno che possieda talento e padroneggi l’arte del comunicare è sinonimo di imperdibile.
È il caso dello chef Peppe Guida – chef patron di “Antica Osteria Nonna Rosa” a Vico Equense, una stella Michelin, nonché appassionato padrone di casa a “Villa Rosa – La Casa di Lella” a Montechiaro – che, in tempo di emergenza sanitaria, ha saputo offrire agli studenti degli istituti alberghieri italiani un’occasione di apprendimento dinamica e unica nel suo genere.
Ma di cosa si tratta?
Cos’è “Stellati per la Dad”?
L’idea di Peppe Guida è semplice, moderna ed efficace. Se un anno di pandemia ha richiesto il sacrificio della didattica a distanza, usare i social per trasmettere l’entusiasmo della cucina ai giovani studenti può e dev’essere un modo per ispirare e formare nuovi generazioni di cuochi e chef.
Assicurandosi la partecipazione di altri dieci chef campani stellati fattisi docenti, si è dato così il via a una serie di dirette via Facebook a beneficio degli studenti di istituti alberghieri italiani. L’obiettivo? Insegnare i pilastri cardine della buona cucina a chiunque spera di farsi strada nel settore della gastronomia: su tutti, l’importanza della tradizione e delle materie prime, ingredienti senza i quali è pressoché impossibile costruire un buon piatto.
Questo non significa che non ci sia spazio per la modernità, come sottolinea lo chef Guida.
“Usate le tecniche moderne che avete a disposizione, ma non abbandonate la tradizione.”
Ecco cos’è Stellati per la Dad.
Come si è concretizzata l’iniziativa?
Peppe Guida non è soltanto uno chef dotato e di grande esperienza. È anche un uomo al passo coi tempi, un guru della comunicazione via social oramai. La sua idea di condivisione non è nuova, infatti, alle piattaforme. Affiancato dalla figlia Rossella, lo chef ha fatto la sua apparizione con accattivanti dirette Facebook già a partire dal primo lockdown, pronto a impiattare grandi capolavori culinari ma anche ottimi consigli per il suo pubblico.
L’utilizzo dello strumento delle dirette è servito anche per la messa in atto del progetto “Stellati per la Dad”. E la partecipazione ha dato conferma della validità dell’iniziativa: oltre 5000 studenti da tutta Italia hanno seguito con passione le lezioni degli chef coinvolti, dimostrando che, nonostante le difficoltà, la voglia di imparare e mettersi in gioco dei giovani rimane solida.
Un aspetto che Peppe Guida ha saputo cogliere con estrema lungimiranza, abbattendo le distanze in tutta sicurezza e mostrandosi per quel che è. Uno chef, un insegnante ma anche un uomo di grande sensibilità – la stessa che mette nei suoi piatti.
La firma dello chef sta nei suoi piatti e nei suoi insegnamenti
La semplicità paga, specie se la si sa padroneggiare con maestria. È questo che Peppe Guida ha dimostrato con la preparazione di tre piatti di pasta, reinventati per dare nuovo colore alla tradizione senza mai snaturarla.
Spaghetti all’acqua di limone e Provolone del Monaco, il Delicato Sorrentino e l’Assoluto di Piselli (la Cenerentola gourmet della rinomatissima pasta e piselli): così, Peppe Guida si firma e sfata il mito del “semplice piatto di pasta”, mostrando che un ingrediente può diventare molto di più di quel che appare.
E le sue massime per coltivare questa passione e farne un lavoro?
L’umiltà spicca su tutto. Per lo chef, navigare nel mondo della gastronomia attuale – dove l’obiettivo principale sembra primeggiare – significa non spostare mai il focus dalla cucina. Bisogna impegnarsi, rimanere costanti e determinati, non lasciarsi scoraggiare dagli errori e imparare più che si può, senza dimenticare che uno chef è tale solo se sa mettersi al servizio delle materie prime (e non il contrario).
Per riuscirci, però, bisogna partire dalle basi e, cioè, dalla conoscenza del territorio e degli ingredienti. In questo modo, sarà possibile lavorarli con la giusta tecnica ed esaltarne le proprietà. Del resto, anche in cucina l’amore passa per il rispetto.
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