Seconda raccolta di poesie di Emanuele Cerullo, “Il ventre di Scampia” è uno dei capolavori che caratterizzano la Campania.
Introduzione
Come ormai sa bene chi segue la rubrica Specchi di Carta, ogni lunedì trattiamo scrittori (emergenti e non) del panorama campano. A differenza degli altri giorni, oggi proponiamo un autore conosciuto, ma non per aver scritto un romanzo giallo, ma per le sue raccolte di poesie nate nelle vele di Scampia. Emanuele Cerullo è forse lo scrittore moderno con più seguito nelle scuole e negli atenei, in quanto è l’esempio di come la forza di volontà e di riscatto vinca, nonostante tutto.
Il ventre di Scampia- Storia di un poeta e della sua denuncia sociale
Emanuele Cerullo nasce a Napoli, classe ’93. Inizia a scrivere da giovanissimo la sua prima raccolta di poesie “Il coraggio di essere libero” e successivamente lavora ad un progetto radiofonico e ad un blog. Dopo questo libro, c’è l’uscita nel 2016 de “Il ventre di Scampia”, poesie che hanno la capacità di vestire il lettore.
Con lo stesso libro si aggiudica il Premio Minturnae 2016 ed è stato nella Top 5 de La Repubblica. È stato ospite in diverse università e scuole della Campania, in cui tantissimi giovani sono stati ispirati dalla forza di questo autore, che è riuscito a prendere da un contesto meschino e degradante, il buono, che purtroppo è una capacità data a pochi eletti.
Non sono poesie d’amore, ma potrebbero raccontarlo, non parlano di Scampia, ma chi ci ha vissuto non può non riconoscere quel posto in quei versi. Ogni parola ha un significato intrinseco di riscatto e denuncia sociale, che arriva ben chiaro al lettore.
Insomma, se si parla di dibattiti culturali non si può non citare l’autore in questione.
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