Qualche settimana fa, per la rubrica Specchi di Carta abbiamo commentato un libro importante per la cultura partenopea: Aglio, olio e Assassino, di Pino Imperatore. Abbiamo avuto poi l’onore di intervistare l’autore, cercando di capire il suo punto di vista su Napoli, da dove nascono i suoi libri, ma soprattutto rispondiamo alla domanda: quando uscirà il terzo libro degli Esposito?
Napoli: o la ami o la odi
Come ben sappiamo, Napoli non è una città facile. Ha tanti problemi, ma quando realmente riesci a capirla, sai farne a meno?
-Cosa rappresenta Napoli per lei?
«Tutto. È il mio universo mondo, al quale non rinuncerei per nulla al mondo».
-Dopo quest’era, che sarà studiata dalla prossima generazione sui libri di storia, come pensa reagirà Napoli? Saremo in un punto di svolta o sul bordo di un dirupo?
«Napoli ha attraversato, nella sua storia, molti periodi di sofferenza – guerre, invasioni, terremoti, epidemie devastanti – e ha sempre saputo rialzarsi, perché è una città forte, orgogliosa, speciale. Lo farà anche stavolta, ne sono certo».
La scrittura: non un lavoro, ma una terapia
La scrittura, a differenza di tanti altri lavori è una sorta di terapia del dolore: tutti i sentimenti, i pensieri negativi o positivi che siano, vengono indossati da un’altra persona. Questo personaggio è ignoto, sconosciuto, ma il fatto che più persone nel mondo possano ritrovarsi in quelle stesse parole e sentimenti, fa si che l’autore non sia più solo. Inconsciamente, ha fatto della sua confessione indiretta, un punto fermo per tante persone. E il personaggio, prima sconosciuto, entra nelle case delle persone che adesso aspettano il suo arrivo con la porta aperta.
-Ha mai avuto un momento in cui ha pensato “lascio tutto e scappo, cambio mestiere”? Se sì, come è riuscito a credere di più in se stesso, tanto da continuare il suo percorso e diventare il Pino Imperatore che invade le librerie di tutta Italia?
«Mai pensato a una cosa del genere. Senza la scrittura sarei un uomo morto. Ho timore, piuttosto, del contrario: di non avere il tempo di realizzare i tanti progetti che ho in cantiere».
-Il suo romanzo Questa scuola non è un albergo è un testo adottato in molte scuole per avvicinare i ragazzi alla lettura. Ha utilizzato una tecnica “diversa” nella scrittura di questo libro?
«È il mio unico romanzo, tra quelli che ho finora pubblicato, scritto in prima persona. Mi sono calato nei panni del protagonista Angelo D’Amore, un ragazzo all’ultimo anno delle superiori, e ne ho raccontato i sogni e le emozioni, le paure e gli slanci. Una bella esperienza: ho provato la sensazione di tornare fra i banchi del liceo, quando ne ho combinate di tutti i colori».
-Allah, san Gennaro e i tre kamikaze, terroristi in missione a Napoli: come è nata un’idea del genere?
«Come ho fatto con la camorra, ho voluto raccontare il terrorismo jihadista dall’interno, attraverso le vicissitudini di tre kamikaze che vengono mandati a Napoli con il compito di provocare degli attentati. È un libro con cui ho cercato di dimostrare che Napoli, straordinaria città di pace, può sconfiggere anche una mentalità integralista e distruttiva».
-Con i suoi romanzi Aglio, olio e assassino e Con tanto affetto ti ammazzerò ha accostato il suo umorismo e la sua comicità al genere poliziesco. Ha mai avuto paura di unire il suo lato ironico alla scrittura di un giallo?
«No. Anzi è stata una sfida divertente che è stata apprezzata da migliaia di lettori in tutt’Italia. Non avendo limiti espressivi, la letteratura consente a dimensioni distanti, o addirittura opposte tra loro, di potersi incontrare e dialogare».
La vita di Pino Imperatore
-Nel 2005 è stato nominato responsabile della sezione Migliore Scrittura Comica del premio Massimo Troisi. Che sensazione si prova a ricoprire questo ruolo, essendo il premio dedicato a un Maestro come Troisi?
«È per me un grande onore poter lavorare a San Giorgio a Cremano nell’organizzazione del premio dedicato a Troisi. Con umiltà, in ogni edizione do tutto me stesso per onorare al meglio la memoria e il genio di Massimo e tramandarli alle nuove generazioni».
-Nella vita ha avuto modo di trovare dei “compagni di squadra” come Carlo Improta e Ivan Cafiero? Tanto colleghi, quanto amici.
«Sì, in varie occasioni. Tutti i personaggi dei miei libri provengono dal mio vissuto personale».
-Tra le sue tante passioni c’è anche quella per il teatro e, tra i vari nomi, spicca quello di Alessandro Siani. Com’è stato lavorare con lui?
«Uno spasso continuo. Una fonte inesauribile di risate. Stargli accanto è come visitare un luna park del divertimento».
-Lei nasce come giornalista. Cosa l’ha spinta a orientarsi verso la narrativa?
«La voglia di raccontare Napoli e tante storie che avevo in mente. L’attività giornalistica non l’ho mai lasciata; la svolgo tuttora e mi procura gli strumenti per modellare quella letteraria: sintesi, rapidità, efficacia espressiva. Sono due mondi che in me vivono in simbiosi».
La famiglia Esposito: il regalo di Pasqua di Pino Imperatore
Da pochi giorni è nelle librerie il suo romanzo Tutti matti per gli Esposito, edito da Salani. Come sta vivendo questa nuova tappa del suo percorso letterario?
«Da un lato con immensa gioia, perché sono riuscito finalmente a pubblicare, dopo Benvenuti in casa Esposito e Bentornati in casa Esposito, il terzo volume della saga. Dall’altro con rammarico, perché a causa della pandemia non posso incontrare dal vivo i miei affezionati lettori, con cui ho un rapporto diretto, spiritoso, frizzante. Un vero peccato. Ma questo periodo maledetto dovrà pur finire».
Per uno scrittore, la trasposizione cinematografica può non sempre essere vista di buon occhio: tra i vari libri di scrittori napoletani portati al cinema e in tv, c’è anche il suo Benvenuti in casa Esposito. Come l’ha presa?
«Benissimo. Sono felice dell’operazione, costruita nel rispetto del mio romanzo e con l’aggiunta, nella trama, di alcune vicende inedite. I miei Esposito hanno innumerevoli possibilità di sviluppo narrativo».
È stato un piacere conoscere un pezzo della vita di Pino Imperatore, che oltre ad essere un fantastico scrittore è anche una persona d’oro.
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