Quello di cui vi racconterò oggi è uno di quei casi in cui artista e soggetto sono due pesi massimi dei propri campi. Quando negli anni ’70 dell’Ottocento venne a mancare la scienziata scozzese Mary Somerville i suoi eredi decisero di realizzare per lei un monumento funebre, decisero di rivolgersi a un giovane scultore, che non era ancora il grande artista che oggi conosciamo: Francesco Jerace.
Jerace
Francesco Jerace è stato un importante scultore di origine calabrese, nato a Polistena, in provincia di Reggio Calabria nel 1853 in una famiglia di artisti: i fratelli Gaetano e Vincenzo erano pittori e scultori mentre il padre Fortunato era disegnatore e architetto. Trasferitosi a Napoli divenne allievo di Stanislao Lista all’Accademia di Belle Arti.
La sua prima vera commissione, potremmo dire professionale è stata quella da parte della famiglia Somerville per Mary, importante astronoma scozzese che decise di passare gli ultimi anni di vita a Napoli. Dal 1880 in poi iniziò a realizzare una serie di opere di grande successo con commissioni a Torino, Aversa, Napoli, Reggio Calabria, numerosi monumenti di arte sacra per il Duomo di Napoli e di Reggio Calabria.
La produzione artistica di Jerace si è espressa nel tempo principalmente nel campo della scultura allegorico-commemorativa,
come i grandi monumenti per i caduti della Grande Guerra , e figure celebri e significative come il monumento a Somerville, a Beethoven nel Conservatorio di San Pietro a Majella, Vittorio Emanuele II a Palazzo Reale.
Una donna che conta
La prima scultura di rilievo realizzata da Jerace è stato il monumento funebre a Mary Somerville. La Somerville è stata una figura rivoluzionaria all’interno della scienza e del pensiero di fine Ottocento. La Somerville
era una donna decisa
che andando contro quello che era il costume dell’epoca e il volere della famiglia decise di dedicarsi agli studi scientifici, tant’è vero che lei stessa ricorda nelle proprie memorie come leggesse di nascosto i libri di algebra dei fratelli e di come gli Elementi di Euclide siano stati una vera e propria rivelazione per lei. Giovanissima venne costretta a sposare il console russo a Londra che come il padre non appoggiava gli interessi della giovane, la fortuna nella sfortuna per lei si presentò quando rimasta vedova pochi anni dopo il primo matrimonio incontro l’amore della vita, il medico Somerville che incitò la donna nei suoi studi e che alimento la sua ricerca del sapere. Dal 1838 in poi soggiornò in Italia, prima a Firenze e poi a Napoli.
Somerville nell’arco della sua carriera accademica divenne assieme alla collega Caroline Herschel la prima donna a essere ammessa alla Royal Astronomical Society nel 1838 e in tante altre organizzazioni, a Napoli su spesso ospite presso l’Osservatorio di Capodimonte e all’Accademia Pontaniana. Si occupò della traduzione della Mecanique Celeste di Laplace oltre che pubblicare lavori originali quali On the Connexion of the Phisical Sciences, Physical Geography, Molecular and Microscopic Science e gettare le basi per la scoperta del pianeta Nettuno.
e che scruta il cielo
I resti mortali di Mary Somerville riposano all’interno del cimitero acattolico di Napoli conosciuto anche come Cimitero degli Inglesi annesso alla chiesa di S.Maria della Fede nel quartiere San Lorenzo. La statua che la commemora rappresenta la scienziata ormai anziana seduta su una sedia come la ricordano le fonti dell’epoca che spesso la ricordano seduta su una sedia a Chiaia. Formalmente è una classica scultura di un cimitero monumentale dell’Ottocento in cui viene rappresentata un po’ l’essenza stessa del defunto,
uno sguardo verso l’infinito che ha tanto significato e attratto la donna
tanto da assorbirne i pensieri anche nella vecchiaia.
La prossima volta ci occuperemo della Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto.
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