Continua il nostro itinerario nell’arte di Napoli, quest’oggi parliamo di Figlio velato di Jago.
Un figlio velato
Figlio velato è una scultura in marmo monoblocco raffigurante un bambino coperto da un velo, una descrizione di tutti gli innocenti del nostro tempo. Jago con questa scultura immortala nel marmo la realtà contemporanea, la realtà con cui avremmo dovuto confrontarci ma non abbiamo voluto/potuto, decidendo di voltarci dall’altro lato, quella realtà a cui siamo diventati indifferenti con il tempo.
I veli di Napoli
A Napoli da un anno a questa parte possiamo dire che c’è “un velo in più”, Jago per il figlio velato si è ispirato al Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, l’opera simbolo della cappella Sansevero. Il nesso tra queste due sculture così lontane cronologicamente eppure così vicine nella loro tragicità e immediatezza è il velo, uno strumento, una metafora vera e propria, il nascondere ma mantenere lì immobile davanti i nostri occhi. Stendiamo un velo, una coperta, una barriera su ciò che potrebbe impressionarci per la sua importanza, ma non possiamo nasconderlo, il velo funge da barriera, ma evidenzia ciò che nasconde.
Il velo mette in mostra.
Il velo ci mette con le spalle contro il muro e ci costringe a mettere a fuoco ciò che vorremmo nascondere e dover fare i conti con l’evidenza dei fatti che, comunque, in ogni modo viene fuori. Non si può celare la verità. Lo spettatore è messo nella condizione di doversi confrontare con l’evidenza dei fatti, con le vittime innocenti che tutti i giorni ci passano sotto gli occhi e facciamo finta di non vedere.
Jago, social artist
Naturalmente c’è chi si chiederà chi è Jago? Stiamo parlando di Jacopo Cardillo, in arte Jago, scultore e video artist italiano, classe 1987. Si tratta di un’artista che mette assieme il passato con il presente attraverso la riproposizione delle tecniche classiche della scultura che il pubblico può conoscere, approfondire attraverso una serie di contenuti multimediali realizzati dallo stesso artista, una capacità comunicativa meta-artistica che gli è valso il soprannome di social artist. Un esempio di questa sua “tecnica” è lo stesso Figlio velato, andando sul suo sito è possibile guardare la scultura in un modello poligonale interattivo da cui è possibile anche visionare video che mostrano le fasi di realizzazione di dell’opera.
L’arte, a Napoli, ovunque
Quest’opera di Jago in un certo senso è tornata a casa, è stata realizzata dall’artista a New York modellando un blocco di marmo bianco Damby del Vermont ispirandosi al Cristo Velato. Il “figlio” riposa in una chiesa che richiama l’altro “velato”, per questa scultura è stata scelta la Cappella dei Bianchi della Chiesa di San Severo Fuori le Mura, in piazza San Severo a Capodimonte, nel rione Sanità.
Questa è un’opera d’arte nel vero senso del termine che nel tempo potrà mantenere il proprio messaggio immutabile: ricordarci delle tante vittime innocenti di questo mondo in ogni tempo e in ogni luogo.
Non si può celare la verità.
La prossima settimana parleremo della Pala Strozzi
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