Mercoledì 25 novembre è la Giornata contro la violenza sulle donne. Sarò lapidario nel dirlo, ma non dovrei ricordarlo perché dovreste già saperlo, la violenza sulle donne è sbagliata, come ogni altra forma di violenza.
Quella di cui vi parlo è una delle forme di violenza più subdole perché delle volte si aggira tra le mura domestiche, può essere celata in luoghi impensabili per molti.
La violenza tra le mura domestiche, il luogo dove più si dovrebbe essere al sicuro, la violenza su madri, mogli, figlie, sorelle, una delle maniere in cui la base della società si disintegra tra le quattro mura domestiche con spettatori i bambini che spesso assistono a tutto ciò.
Violenza sulle donne piaga sociale
Basta leggere la cronaca nera, non solo in Italia, perché non parliamo di un qualcosa relativo al Bel Paese, ma parlo di leggere i dati anche esteri, ovunque laddove parliamo di violenza sulle donne o violenza domestica, i bambini spesso se non sono le vittime dei maltrattamenti e delle violenze assistono a tutto ciò.
Il trauma se non fisico sarà psicologico, colpiti in un aspirale in cui sono testimoni o sono a conoscenza delle violenze, dei maltrattamenti fisici e/o psicologici che avvengono in casa, da un membro di una famiglia su un altro.
Stiamo parlando di una vera piaga sociale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la violenza sulle donne è uno dei fattori di rischio principali per le donne e le ragazze che vedono aumentare i fattori di rischio per malattia o morte.
Quello che sanno i bambini
Sarebbe sbagliato pensare che questi bambini, che hanno assistito a tanta violenza, siano destinati a “portarne avanti il fardello” essendo loro stessi violenti con gli altri.
Se dei bambini dovessero assistere a degli atti violenti non è detto che questi in futuro diventino persone violente, deviate, psicopatici emulatori della violenza che li ha traviati nell’infanzia.
I bambini hanno un senso innato verso il bene, hanno un’inclinazione verso il bene, verso l’altro.
“Il concetto di amore e di non violenza nasce in ogni bambino spontaneamente e cresce nonostante le difficoltà materiali o sociali”
questo è il messaggio di un corto realizzato dalla cooperativa Sociale Eco di Sofia Flaùto. In questo corto hanno interrogato dei bambini di varie età, estrazione sociale e luogo di provenienza, da Napoli, Caserta, Afragola, Castellamare e bambini che accompagnano le mamme detenute nell’Icam di Lauro.
Ascoltate i bambini del video, ascoltateli bene. Hanno chiesto loro cosa pensassero dell’amore e poi della violenza, chi fosse per loro una persona che da amore e chi è violento.
Le loro risposte sono genuine, non sono preparate, non sono “accademiche” come magari sentiamo troppo spesso in TV, si tratta di bambini che vi stanno parlando in maniera spontanea. Vi dirò di più, molti di voi, me compreso lo ammetto, si stupiranno di come dei bambini che a stento dovrebbero essere in I elementare possano esser così, spontanei senza pensarci due volte hanno risposto a una domanda che magari se fatta a tanti di voi rivelerebbe un gran bel “non so” iniziale, dovreste pensarci forse, dite la verità.
Ragazzi ricordatevi le parole di questi bambini:
“L’amore è mamma e papà”. “Per me l’amore è quando due amici si abbracciano”. “E’ un sentimento che si manifesta con abbracci e tante coccole”. “E’ fiducia, condivisione, prendersi cura del prossimo”. E ancora “La violenza è picchiare i bambini e il suo colore è il nero”. “E’ un atto ignobile”. “E’ picchiare le donne”.
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