Il 18 Novembre, la Biblioteca Nazionale si aggiudica all’asta una lettera autografata da Giacomo Leopardi, indirizzata al Conte Carlo Emanuele Muzzarelli, amico, letterato e, all’epoca, punto di riferimento per lo scenario culturale romano.
Il contenuto della lettera misteriosa
La lettera autografata da Leopardi riporta:
“… Approfittando della licenza che mi avete concesso, ho fatto stampare qui le vostre belle quartine in un foglio periodico di cui vi mando una copia. Se desidera qualche altra copia, vedrei di poterti servire …”.
Il poeta, nello scrivere, assume un atteggiamento diverso dal solito. Meno restio ed introverso, elogia senza riserva il Conte per i versi scritti in suo onore, acconsentendo alla richiesta di pubblicarli. Nel componimento, Muzzarelli celebra Leopardi per le sue prime Canzoni, soprattutto per quella “All’Italia”, i cui versi animavano i liberali bolognesi.
Il contenuto della missiva consente di scorgere un’altra sfumatura dell’autore, portando ad una lettura approfondita del suo essere.
Egli la scrive da Bologna, dove ritorna nel Settembre 1825 per restarvi fino al Novembre successivo. Autografata in quarta pagina, 240 x 188mm, è stata spedita a Roma e reca la data 18 dicembre 1825. Presenta un piccolo strappo al margine superiore, il timbro postale BOLOGNA, il 22 Dicembre come data d’arrivo e si possono chiaramente distinguere le tracce brunite del bollo a cera.
Il legame che unisce Leopardi e la città
Nel Settembre del 1833, Leopardi si stabilisce definitivamente a Napoli, speranzoso che il suo clima mite potesse giovargli – oltre che alla salute cagionevole – all’animo. Qui, con il suo amico Ranieri, conduce gli ultimi anni della sua vita lavorando incessantemente, componendo svariate satire e liriche che saranno di fondamentale importanza per la città, come La Ginestra, simbolo della città che ha per “protagonisti” i fiori che crescono sul Vesuvio.
Napoli possiede la quasi totalità delle opere letterarie, filosofiche e saggistiche leopardiane, oltre che missive e corrispondenze di ogni genere; queste ultime, oltre a costituire il patrimonio culturale cittadino, sono motivo di vanto.
La Biblioteca Nazionale a tutela della memoria di Leopardi
All’asta FINARTE di Libri, Autografi e Stampe, tra i beni preziosi vi era anche la rara lettera. Il direttore della Biblioteca Nazionale Gabriele Capone, dopo essersela aggiudicata, dichiara: «Nonostante la chiusura forzata per le disposizioni anti Covid, non abbiamo interrotto la nostra azione di tutela della memoria di Leopardi e la costante attività di valorizzazione del fondo con la ricerca di altre testimonianze leopardiane nelle mani di privati».
L’intento della Biblioteca sarebbe quello di ampliare il nucleo del fondo leopardiano non soltanto a difesa dell’importanza e del valore inestimabile delle opere scritte da Leopardi, ma soprattutto «per svelarne quegli aspetti artistici, poetici e personali legati anche a specifiche tappe di luoghi e momenti storici».
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