Dici Napoli, dici attrice, dici Sophia Loren.
L’attrice italiana per antonomasia, Sophia Loren, chi altri se no?, quest’anno ha debuttato in streaming, su Netflix, con La vita davanti a sé. Il film è diretto dal figlio di Sophia, Edoardo Ponti e sceneggiato da questi e Ugo Chiti, già sceneggiatore di Dogman. La vita davanti a sé è il secondo adattamento cinematografico del romanzo francese La vie davant soi di Romain Gary. Nel libro e nell’adattamento del 1977 la storia era ambientata a Parigi, mentre in quello di Ponti la storia viene narrata con elementi molto vicini alla nostra contemporaneità, a Bari. In ogni caso, la storia ruota attorno a Madame Rosa, una donna ormai anziana che nella propria vita è sopravvissuta all’olocausto e che oggi si prende cura dei figli delle prostitute del quartiere. Sulla via di Madame Rosa/Loren capita presto un ragazzino senegalese Momo/Ibrahima Gueye che viene portato alla donna dal dottor Coen/Renato Carpentieri (Cafasso ne La squadra giusto per citare uno dei ruoli più conosciuti).
Odore di Oscar?
Il nuovo film della Loren è un qualcosa che sta suscitando tanto interesse. Da un lato c’è la ripresa della carriera di attrice di Sophia Loren, dopo circa dieci anni di silenzio cinematografico, dall’altro questo cade in una situazione particolare: gli 86 anni della diva e i 70 anni di carriera, l’esordio nel 1950 con Cuori sul mare per la regia di Giorgio Bianchi, quado non aveva ancora il nome di Sophia Loren ma Sofia Scicolone. Quello a cui si pensa, anche in maniera insistente, è a un’Oscar, il terzo dopo quello per La ciociara nel ’62 e quello alla carriera nel ’91. Quest’anno agli Academy Awards, in programmazione ad aprile saranno accettati anche in film usciti non in sala, ma in streaming, anche causa pandemia. La vita davanti a sé forse potrebbe essere realmente quella possibilità per Sophia che tutti stanno pensando, la storia, che la Loren ha dichiarato di apprezzare da sempre assieme al figlio, mette in mostra una trama complessa che per quanto sia figlia di un epoca differente alla nostra, ambientata originariamente nel dopoguerra, ci mette difronte a una realtà che ieri come oggi è sconcertante, multietnica e piena di sentimenti forti e contrastanti tra loro delle volte.
70 anni di carriera
Per anni Sophia Loren è stata l’attrice italiana per eccellenza, e molto probabilmente anche oggi, non c’è stata un’attrice nostrana che abbia potuto annoverare una carriera come la sua. Se abbiamo detto esordisce nel 1950 da lì in poi seguono grandi film e collaborazioni sia in patria che a Hollywood. La Loren ha lavorato al fianco di grandi del cinema italiano come Antonio de Curtis, in arte Totò, Vittorio de Sica, Marcello Mastroianni, Tina Pica, Eduardo e Peppino de Filippo, ma anche quello internazionale Cary Grant, Marlon Brando, Jean-Paul Belmondo, Clark Gable, Paul Newman. La Loren è davanti alla cinepresa poi per De Sica, Monicelli, Scola, Risi, Chaplin, Lumet, Wertmuller. Insomma sicuramente una carriera piena di soddisfazioni che hanno portato l’attrice a vincere oltre a due oscar anche numerosi altri premi internazionali quali una Coppa Volpi a Venezia, un Leone d’oro, un Orso d’oro a Berlino, dieci David di Donatello, tre Nastri d’argento.
Si può dire che ora Sophia Loren abbia realmente provato ogni tipo di intrattenimento, La vita davanti a sé dal 13 novembre sulla piattaforma streaming Netflix, ha portato per la prima volta a un debutto contemporaneo in tutto il mondo l’attrice che ha collaborato con i principali studi cinematografici del Cinema che fu e oggi anche con quelli del Domani.
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