Rosso, giallo, arancione. Negli ultimi giorni questi colori determinano sempre di più il confine tra ciò che è consentito e ciò che non lo è, in tempi di coronavirus. In realtà questi colori hanno sempre dominato gli ultimi mesi dell’anno, per un motivo ben diverso: sono i colori della stagione autunnale.
A cominciare dalla fine di settembre, le gradazioni di verde degli alberi e dei cespugli cedono il passo a colorazioni meno intense. La natura inizia ad assumere i colori tipicamente autunnali, avvertendoci dell’inizio di un lungo ed inesorabile letargo, fino alla primavera successiva. Ma quale fenomeno sta alla base del meccanismo per il quale le foglie prima cambiano colore e poi, man mano, si staccano dagli alberi?
Perché c’è la caduta delle foglie?
La principale responsabile di questo fenomeno è la fotosintesi clorofilliana. Le foglie degli alberi sono verdi per effetto della clorofilla, una sostanza che ha il compito di assorbire l’energia del sole, dando così nutrimento a tutta la pianta. Con l’approssimarsi delle stagioni più fredde, e col progressivo ridursi delle ore di luce, la clorofilla si riduce lasciando spazio ad altre sostanze: in particolare xantofille ed altri carotenoidi. Le foglie assumono così le tinte tipiche di queste sostanze, variabili appunto tra il giallo, l’arancio ed il marrone.
Esaurita la clorofilla, le foglie rischiano di diventare un inutile peso per gli alberi, che se ne liberano lasciandole cadere per terra. La loro funzione, tuttavia, non è del tutto compiuta. Decomponendosi sul terreno, infatti, le foglie si trasformano in humus, rendendo fertile e ricco di sali minerali il terreno intorno alla pianta.
Ma non è così per tutti
Tutte queste considerazioni sono vere per le piante cosiddette caducifoglie. In natura, tuttavia, esiste anche un altro tipo di piante: le sempreverdi, le piante le cui foglie non cambiano colore e non cadono. Una parte delle piante sempreverdi sono aghiformi: le loro foglie si sono trasformate in piccoli aghetti, più leggeri e meno dispendiosi da mantenere sui rami durante la stagione invernale.
L’autunno in Campania
I colori dell’autunno costituiscono un vero e proprio spettacolo, che prende il nome di foliage. Nell’iconografia turistica classica, la Campania è la regione in cui splende sempre il sole, dove ristorare il corpo e la mente con un tuffo nelle acque cristalline dei suoi mari, o nella quale perdersi tra le bellezza delle ville antiche, dei musei, delle chiese e degli scavi archeologici. In realtà la Campania è anche molto altro: sul nostro territorio vantiamo ben tre parchi regionali: il Parco Regionale del Partenio, il Parco Regionale dei Monti Picentini ed il Parco Regionale del Taburno – Camposauro. Ciascuno di essi è uno scrigno di meraviglia, all’interno dei quali fermarsi non solo ad ammirare lo spettacolo delle foglie che cadono, ma anche tutte le altre prelibatezze che l’autunno ci offre: le uve, la vendemmia e il vino novello, i funghi e le castagne, il lavoro per le semine nei campi e gli animali che vanno in letargo. La vita che sembra interrompersi ma in realtà si sta preparando per ricominciare, e ricominciare al meglio. Una metafora perfetta per i nostri tempi.
Potrebbe interessarti: