Paolo Simoncelli racconta…Sic58! Marco Simoncelli è rimasto nei cuori di tutti gli italiani, appassionati e non. Un ragazzo speciale come definito da papà Paolo nel corso di una nuova puntata di FaceToFace, in un viaggio tra i successi e i fallimenti del pilota scomparso il 23 ottobre 2011 sul circuito di Sepang. Uno scherzo del destino dato che in Malesia aveva ottenuto il 3° posto decisivo nel 2008 per vincere il Mondiale della 250.
La vita di un campione andato via troppo presto ma che ha collezionato successi e delusioni, esperienze che resteranno nella Storia come quella in Superbike e la volontà di voler aprire un team, desiderio esaudito da Paolo. Il team è stato fondato nel 2013 e tra Moto3 e MotoE proverà a crescere fino ad arrivare nella classe regina. Tra dedizione e sogni come la vita di Marco, raccontata in maniera emozionante da papà Paolo.
MARCO SIMONCELLI: UN RAGAZZO SPECIALE
–Ciao Paolo, grazie della disponibilità. Come va?
–Purtroppo siamo fermi ma c’è gente che sta male per via del Coronavirus quindi possiamo ritenerci fortunati di stare bene.
–Capitolo Fondazione: quando e perché nata?
-L’idea della Fondazione è nata durante i funerali di Marco, quando c’era tantissima gente che ci ha dato ispirazione. Dopo i momenti tragici del funerale, qualche mese dopo, abbiamo dato vita a questo progetto, che inizialmente non aveva un fine ben preciso. Volevamo tenere vivo il ricordo di Marco. Successivamente la gente ha cominciato a seguirci e sostenerci permettendoci tante attività.
–Quali sono le attività proposte dalla Fondazione? In che modo il progetto aiuta?
–Le donazioni delle persone ci ha permesso di creare un centro a Coriano (RM) per i ragazzi di Montetauro. Un’iniziativa fantastica che dovrebbe prendere il via tra poco. Se non ci fosse stato il virus sarebbe già partita. Cerchiamo di aiutare ragazzi che hanno bisogno come centri casa-famiglia. Aiutiamo la Cooperativa Sociale di Montetauro grazie anche alla gente che dà una mano, un aspetto importante per una associazione che non fa pubblicità.
-La gente è rimasta legata a Marco insomma…
–I merito è sempre suo!
–Spazio alle curiosità: l’abbreviazione “Sic” da dove nasce?
-L’abbreviazione Sic nasce dalla classifica del Mondiale in alto a sinistra in tv e c’è bisogno di un’abbreviazione. Dato che nel periodo in cui correva Marco c’era Julian Simon, quest’ultimo scelse “Sim” e Marco “Sic”. Da lì è nato il simbolo “Sic58”.
–Da dove nasce la passione delle moto di Marco?
–Questa è una malattia dei genitori no? La prima cosa che fanno i papà è portare i figli a fare uno sport che più preferivano da piccoli. Lo stesso è accaduto con me: Marco giocava a calcio e guidava le moto su cui andava forte. A 14 anni ha dovuto scegliere tra essere un attaccante in campo o in pista. Decise di resta sui circuiti e il resto è Storia.
-Quali sono le difficoltà di cominciare a correre?
–I soldi. Il problema di questo sport sono i soldi, prima come oggi. Purtroppo solo la passione non porta a nulla, nemmeno in pista a livello amatoriale. Spesso accade che ci sono piloti talentuosi che senza sponsor, strutture, non riescono a diventare professionisti a causa del fattore economico.
–Quali sono i ricordi vividi degli inizi di Marco?
–I ricordi son tanti. Mi viene in mente la vittoria del campionato italiano di mini moto, l’esordio in 125 per via del salto drammatico a 14 anni dalle mini moto a quelle di una categoria successiva. La prima vittoria in 125 oppure il contratto con la Honda di nascosto a Bologna oppure le pole position in MotoGP. Un altro ricordo è quello della vittoria del Mondiale 250 a Sepang con la foto simbolo di Marco a braccia aperte.
-Qual è la gara che ha cambiato la carriera di Marco?
–Non c’è una gara che ha cambiato la carriera di Marco. Soltanto l’ultima (quella di Sepang 2011, ndr), ha cambiato la sua vita. I miglioramenti sono frutto di tanto lavoro nel corso del tempo.
–Quindi la scelta di restare un anno in più in Moto2 è stata importante?
–È stata una sua scelta perché abbiamo avuto dei problemi con un team di 250. Per questo motivo si è voluto godere un altro anno in Moto2 da campione del mondo in carica.
-Qual è stato l’anno più complicato?
–La stagione con l’Aprilia senza dubbio. Un’annata in cui tante persone non sono state corrette con Marco.
-Marco ha disputato una stagione in Superbike. Che esperienza è stata?
–Al termine di quella giornata, Marco era entusiasta dopo che tutte le persone lo avevano supportato. Marco era un trascinatore di folle e per questo è tanto amato. Un ragazzo unico e speciale lasciando insegnamento a tanti ragazzi di continuare a credere nei propri sogni. Marco era un puro nonostante le tante critiche ricevute per il suo atteggiamento in pista.
-Secondo lei, avrebbe potuto vincere un Mondiale?
–Senza alcun problema, con il giusto mix e la moto 1000cc sarebbe stata perfetta. Solitamente partiva svantaggiato e il nuovo modello di moto sarebbe stato perfetto per lui: in Giappone due settimane prima di Sepang era rimasto entusiasta. È stato un precursore del nuovo modo di correre di fare a sportellate, un po’ come le generazioni precedenti.
-Qual è il più grande successo?
–Credo che per lui il vero grande successo è stato essere amato da tutti. Si sentiva bene con stesso e tutto ciò che faceva, i rapporti con i suoi cari gli hanno permesso di essere fuori dal normale e per questo è rimasto nei cuori di tutti.
-Quale può essere un difetto di Marco?
–La troppa umiltà. Si metteva troppo in discussione a differenza di tanti piloti, mettendosi sempre in discussione e attribuendosi sempre la colpa.
–Con quale pilota aveva più rapporto?
–Marco era amico di Valentino e quando mi incontro con i piloti durante le gare con la Sic58 Squadre Corse c’è grande rispetto con tutti.
–A proposito della scuderia, qual è il prossimo futuro?
–Vorrei vincere un titolo in Moto3 e quest’anno avevamo tutto in regola per fare bene. Con il tempo vorrei comunque provare a giungere in Moto2 e in classe regina ma purtroppo al momento è tutto rimandato e lascia il tempo che trova. Senza sicurezza è difficile cominciare una stagione sin qui nulla.
Per sempre Marco, con sogno e dedizione!
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