LA DECISIONE
La decisione di De Luca arriva ieri in tarda serata, al termine di un mercoledì teso, iniziato con una lettera durissima, piena di angoscia e preoccupazione che denuncia la sottovalutazione dei rischi del contagio in corso nel Sud Italia, ed il mancati mantenimento da parte del commissariati degli impegni presi in materia di forniture sanitarie. La lettera è stata inviata a Conte e ai ministri della Salute, degli Affari Regionali e del Sud: “Permanendo questa nullità di forniture – scrive De Luca – non potremo fare altro che contare i nostri morti”. In più, De Luca continua denunciando: “Zero ventilatori polmonari; zero mascherine P3; zero dispositivi medici di protezione. A fronte di un impegno ad inviare in una prima fase 225 ventilatori sui 400 richiesti, e 621 caschi C-PAP, non è arrivato nulla. So che la situazione è difficile per tutti. Non voglio alzare i toni. Ma non posso non dire che per quello che ci riguarda, ci separa poco dal collasso, se il Governo è assente”.
LA SITUAZIONE ATTUALE
De Luca chiude la Campania allungando il periodo di quarantena con l’obiettivo di ridurre i tempi di isolamento obbligatori per evitare contagi da Coronavirus. Nel frattempo, nonostante le posizioni prese dalla stessa regione, a Napoli, così come in tutta la Campania, i contagi, attualmente 1309, e le vittime aumentano. Tra queste c’è Dino Bove, 65 anni tra i fondatori del Napoli Femminile, deceduto nella notte dopo essere entrato in terapia intensiva lo scorso 18 Marzo.
Arriva, nonostante tutto, un’ottima notizia sul fronte delle cure contro il Coronavirus. La prima paziente curata con un farmaco anti-artrite, sperimentato dall’equipe del dottor Paolo Ascierto, è stata dimessa dall’ospedale Cotugno ed è potuta tornare a casa. Si tratta di una donna di 59 anni che lo scorso 13 marzo ha cominciato la terapia sperimentale riconosciuta poi in un protocollo Aifa e che al momento viene testata su 330 pazienti in tutta Italia. La donna era stata la prima a essere sottoposta a questo tipo di trattamento che sembrava essere un tentativo disperato e che invece ha dimostrato portare ad ottimi risultati se applicato in un particolare momento del decorso della malattia. Potrebbe a breve anche avere una validazione scientifica che permetterebbe l’utilizzo su larghissima scala in tutta la nazione, ma a Napoli è già stato utilizzato in diverse occasioni portando all’estubazione dei pazienti in terapia intensiva.
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Avrebbero dovuto farlo tutte le regioni del sud25 giorni fa, ormai i cretini del nord sono arrivati