“Restate a casa. Per tutelare la vostra salute e quella degli altri. E per rispetto verso lo straordinario lavoro dei medici e degli infermieri che in questi giorni rischiano la vita in corsia”
La quarantena dei reduci Erasmus UNISOB. #restateacasa purtroppo è diventato l’hashtag più utilizzato sui social. Il Coronavirus ha fermato tutto, dall’economia ai campionati di calcio, passando per l’istruzione, con la chiusura delle scuole e delle università. Da una settimana sono cominciati i corsi online degli atenei napoletani. Tra queste, l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Una delle università più importanti nella città partenopee ha visto il rientro di tanti studenti che erano all’estero per il progetto Erasmus.
L’università e le Ambasciate italiane si sono subito adoperate per il rientro degli italiani. Gli studenti hanno incoraggiando tutti a restare a casa con questo video.
#Restateacasa – L'esempio della quarantena responsabile dei 'reduci' Erasmus
#Restateacasa. Per tutelare la vostra salute e quella degli altri. E per rispetto allo straordinario lavoro dei medici e degli infermieri che in questi giorni rischiano la vita in corsia”. Chiaro, netto e molto accorato l’appello dei ‘reduci’ dall’Erasmus dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Molti studenti nei giorni scorsi, vista la situazione emergenziale di molti Paesi europei causata dal #coronavirus, hanno scelto di rientrare in Italia, supportati dal lavoro dell’Ufficio Erasmus dell’Ateneo in costante contatto con la Farnesina e le diverse Ambasciate italiane. E ora che gli studenti rientrati, tra mille difficoltà, sono responsabilmente in autoisolamento domiciliare hanno scelto di lanciare attraverso i canali social del Suor Orsola un appello ai tanti studenti e lavoratori italiani rientrati in questi giorni (prima dell’ultimo provvedimento restrittivo del governo) nelle loro residenze sia dall’estero che dal Nord Italia. #iorestoacasa #celafaremo
Pubblicato da Università Suor Orsola Benincasa su Lunedì 23 marzo 2020
La quarantena dei reduci Erasmus UNISOB
Con tanta pazienza e responsabilità, gli studenti si sono messi in autoisolamento domiciliare, in ottemperanza alle disposizioni del Governo ma non solo. Anche e soprattutto per il rispetto per coloro che stanno lavorando per il bene del Paese. Alcuni studenti hanno rilasciato delle dichiarazioni a proposito dei propri viaggi di ritorno, come riporta il comunicato dell’UNISOB.
Claudia Calvanese, studentessa di Scienze della formazione primaria al Suor Orsola, ha impiegato due giorni interi per rientrare dalla Spagna: “Anche in Spagna è ormai tutto chiuso – racconta Claudia – e restano aperti solo supermercati, farmacie e servizi essenziali. Le Università sono chiuse e si sono organizzate con le lezioni online, quindi per noi studenti Erasmus non aveva senso ‘stare reclusi’ lontani dai nostri familiari. L’importante è prendere tutte le dovute precauzioni di isolamento domiciliare una volta rientrati a casa”.
Tante le difficoltà per gli studenti rientranti da tutta Europa: Laura Lequile, che studia Lingue e culture moderne, ha impiegato 15 ore per tornare da Parigi. Stesse difficoltà per Antonia Appolloni, con oltre 10 ore di viaggio per rientrare dal Belgio (Courtrai) oppure per Donato Mandetta, che ha impiegato 14 ore per tornare da Würzburg in Germania, che ha dichiarato:
“In Germania prima della mia partenza non era stato preso ancora quasi nessun provvedimento restrittivo nonostante soltanto a Würzburg, ci fossero stati già ben 51 casi di contagio da Coronavirus con un focolaio partito proprio dalla mia Università. Lì pur avendo appreso la notizia della positività di una professoressa ci sono stati alcuni studenti che non si sono fatti nessun problema a frequentare feste, raduni ed addirittura ad andare ad una serata in discoteca con la conseguenza che dopo 8 giorni precisi dal corso di tedesco c’è stata una prima ragazza positiva e poi altri 30 casi positivi il giorno dopo, di cui 15 nell’ambito della mia Università”.
LE PAROLE DEL RETTORE
Il Rettore del Suor Orsola Benincasa di Napoli Lucio d’Alessandro ha espresso il suo parere a proposito della scelta degli studenti che dovrebbero seguire tutti:
“L’esempio che stanno dando questi nostri studenti con il loro appello e con i loro volti. È esattamente quel modello di impegno civile e di senso di responsabilità a cui le nostre istituzioni ci hanno chiamato in questi giorni ed è la migliore risposta all’appello dei tanti operatori sanitari che ci stanno chiedendo tutti a gran voce di aiutarli nell’unico modo possibile: stando tutti a casa per contribuire all’abbassamento del numero dei contagi di questo virus così veloce nel suo diffondersi e perciò così difficile da sconfiggere”.
Insomma un grande impegno civile da parte degli studenti, che dev’essere seguito da parte di tutti per sconfiggere il Mostro e per tornare a vivere e viaggiare come qualche settimana fa.
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