In attesa dell’uscita nelle sale, il 16 dicembre, di Chi ha incastrato Babbo Natale? vi proponiamo i 5 film di maggior successo dell’attore e regista Alessandro Siani.
La pellicola, in uscita nel periodo natalizio, vede nuovamente la collaborazione di Christian De Sica, promettendo di essere un film adatto a tutta la famiglia.
1 Benvenuti al Sud, Luca Miniero, 2010
La pellicola remake del film francese del 2008 Giù al Nord di Dany Boon, racconta di Alberto, interpretato da Claudio Bisio, e del suo trasferimento dal Nord a Sud.
Alberto, responsabile delle poste della bassa Brianza spera in un trasferimento al centro di Milano, ma a causa di un’imprudenza, viene punito e costretto a trasferirsi in un piccolo paese del Cilento, Castellabate.
Le abitudini di vita così diverse tra Nord e Sud, dapprima creeranno un momento di paura misto a sconforto per il responsabile, ma poco dopo, grazie anche all’aiuto del postino Mattia Volpe, interpretato da Alessandro Siani, riuscirà ad accettare le differenze ed aprirsi al prossimo, trovando in quel luogo e in quel popolo una seconda casa.
Una commedia dolce amara che con pungente ironia riesce a smontare i pregiudizi e gli stereotipi sul Sud, facendo riflettere sul bisogno di aprirsi all’altro e cercare di accettare le diversità.
2 Il Principe abusivo, Alessandro Siani, 2013
Scritto, diretto e interpretato da Alessandro Siani, il film è una commedia ambientata in un piccolo principato dell’Europa nord-occidentale che fa da sfondo alla storia della Principessa Letizia (Sarah Felberbaum). La favola della principessa viene bruscamente interrotta quando Anastasio, il ciambellano di corte, (Christian De Sica) le suggerisce di fingere di innamorarsi di un rozzo e volgare napoletano per avvicinarsi al popolo e conquistare un po’ di popolarità in più.
Alessandro Siani dirige sé stesso proprio nella parte del napoletano del popolino. Antonio de Biase rozzo, volgare, ignorante, per nulla raffinato, ma di buon cuore subito si lascerà sedurre dalla bellissima Letizia, ma ci sarà il lieto fine per loro due?
Il film, grazie al suo successo di pubblico, questa ironica commedia, ha avuto anche un adattamento teatrale con il ciambellano e il rozzo napoletano da “educare” sempre interpretati, rispettivamente, da De Sica e Siani.
3 Si accettano miracoli, Alessandro Siani, 2015
In questa seconda pellicola, il Siani regista, veste anche il ruolo di attore protagonista nei panni di Fulvio Canfora, vicecapo del personale in una grande azienda. Uomo senza scrupoli nel licenziare, cambierà prospettiva quando ad essere licenziato sarà lui stesso.
Dopo essere finito in carcere per aver dato una testata al proprio superiore, viene affidato al fratello (Fabio De Luigi), parroco del paese in cui sono cresciuti. Costretto ad abbandonare la grattacielica metropoli partenopea, ritornerà a Rocca di Sopra dando vita ad una piccola “Commedia all’Italiana” ricca di sketch, gag, giochi di parole e “miracoli” in un’atmosfera fiabesca.
4 Mister Felicità, Alessandro Siani, 2017
Terzo film scritto, diretto e interpretato da Alessandro Siani. Ambientata in Svizzera, Mister Felicità, è una commedia favolistica tra le montagne che vede lo sfaticato Martino De Simone provare ad aiutare la pattinatrice Arianna (Elena Cucci) in difficoltà.
Tra mental coach (Diego Abatantuono), buffi camorristi e innamoramenti Siani ha costruito una deliziosa commedia all’insegna dell’ironia e degli equivoci.
Mettendo, quasi, in crisi il mondo del mental coaching, il comico ci lascia con due grandi domande: perché cerchiamo di raggiungere la felicità a tutti i costi? La felicità esiste o è solo una costruzione del marketing?
5 Il giorno più bello del mondo, Alessandro Siani, 2019
In questa pellicola Siani cambia registro. Il regista va verso il cinema dell’infanzia. Dalla favola, però, passa al fantasy.
La storia è quella di Arturo Meraviglia, un uomo pieno di debiti, inetto, che eredita dal padre un teatro con una compagnia circense.
Il napoletano perdente, cinico, disilluso si scontra con la magia dei bambini e la sua vita cambia.
Il film, scelto per chiudere Alice nella Città nel 2019 (sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, per il suo essere “una fiaba che vede nell’infanzia e nella sua naturale propensione al futuro una speranza che può cambiare il mondo” diventa metafora del cinema come strumento in grado di cambiare le cose se messo in mano ad artigiani della gioia pura.