Non solo danza, non solo coreografie, non solo l’ estro creativo di un artista maturo e le capacità di danzatori di talento. Sleeping-beauty work bitch di Nyko Piscopo è la moderna reazione della critica sociale, è la risposta coreografata a chi ha sempre da ridire sulle nuove generazioni.
Alla Galleria Toledo nel cuore di Napoli il 14 e il 15 Dicembre ha preso vita l’irriverente show di Nyko Piscopo, coreografo, ballerino, co-fondatore dell’associazione culturale Cornelia.
Uno spettacolo innovativo, dinamico, coinvolgente, una fotografia danzante dei nostri tempi ritratta da un artista acuto e brillante.
Noi di Corriere di Napoli abbiamo avuto il privilegio di assistere alla messa in scena e di scambiare qualche battuta con l’autore.
Sleeping-beauty work bitch, quando lo show fa critica sociale
La ripresa delle attività artistiche, dopo quasi due anni di fermo, ha restituito al pubblico diverse occasioni per tornare ad emozionarsi. Sarà che la compagine di artisti colpita dalla pandemia ha avuto modo di rimettere in discussione se stessa e la propria vision artistica, ma quest’anno registra molti validi lavori sia nel teatro che nel cinema.
Il gruppo Cornelia, che vede Nyko Piscopo come co-founder, si contraddistingue già da parecchio tempo nel settore della danza. Questa compagnia culturale, che nasce dall’incontro di talenti variegati della coreografia e del ballo, ha il sapore dei proliferi circoli culturali degli anni’70 e porta in se tutto il dinamismo e l’avanguardia dei giorni nostri. Ma ha anche qualcosa in più. Una fucina di idee che si esprime attraverso lavori accurati e riflessivi che risvegliano lo spettatore dal torpore emotivo degli ultimi mesi. Il genere, l’io, lo smarrimento e altre teamtiche umane sono affrontate da questo riuscitissimo gruppo di ballerini nelle loro perfomance che si evolvono prova dopo prova. Tra i loro lavori segnaliamo “Esperimenti su un corpo già perfetto”, “Sweet Swan Sway!”, “Puppenspieler” e l’eccezionale lavoro multimediale “Threesome” vincitore del Premio Roma 2020. Dietro questi artisti c’è ricerca, curiosità, e soprattutto tanto tanto lavoro.
Lo spettacolo di Nyko Piscopo
Sleeping-beauty work bitch è un racconto colorato di personalità in movimento a cui sono impartite regole e disciplina da un entità superiore rappresentata da una voce robotica. La musica, i movimenti, i colori, la mimica e il linguaggio del corpo dei protagonisti raffigurano il disorientamento delle generazioni moderne, sempre più schiacciate dal contesto socio-culturale e dall’epoca completamente digitale. Come districarsi in un mondo che ti argina, che corre veloce, col quale è impossibile identificarsi? Come può un ragazzo oggi definirsi, ascoltarsi, se il mondo circostante lo ignora e non lo ritiene aprioristicamente all’altezza?
Quattro chiacchiere con l’autore
Nyko, all’anagrafe Domenico, Piscopo classe ’86, giovane ma solidissimo artista. La sua formazione è data da un percorso intenso e di stampo internazionale, che ne ha plasmato estro e stile. Noi di Corriere di Napoli abbiamo avuto l’onore di rivolgergli qualche domanda.
–Nyko ancora complimenti per l’allestimento che si pone come un ulteriore tassello alla tua produttiva carriera. Grazie per concederci il tuo tempo. Dunque, entriamo nel vivo! Parlaci un po’ di te e di come nasce Cornelia.
– Grazie a te Roberta. Questo viaggio nel mondo della danza è iniziato tardi, molto tardi, come molti ragazzi del sud Italia della mia generazione che sono stati limitati dai tanti pregiudizi sulla figura del danzatore uomo. Ho studiato in giro per l’Europa e poi, da poco, mi sono laureato all’Accademia Nazionale di Danza: l’intento è sempre stato quello di assorbire il più possibile con grande curiosità ed intraprendenza. Sono stato danzatore stabile presso enti lirici, quindi ho performato quasi tutto il repertorio classico. Ho preso poi parte a vari progetti di ricerca e improntati su un linguaggio più contemporaneo. Dopo varie esperienze da assistente e da coreografo in giro per il mondo ho fondato Cornelia insieme ad Eleonora Greco, Nicolas Grimaldi Capitello, Leopoldo Guadagno e Francesco Russo: tutti artisti meravigliosi con un bagaglio esperienziale così eterogeneo da creare in maniera naturale una mescolanza di idee, generi e messe in scena interessanti. La nascita di Cornelia è frutto di un processo durato almeno un anno, durante il quale abbiamo riflettuto su cosa volevamo dire, quali erano i nostri obiettivi, come presentarci al pubblico e come farci strada nel difficile mondo della danza. Forte è stata sia la spinta artistica e creativa, sia la voglia di formare una realtà che possa essere un punto di riferimento per noi, per il territorio, ma anche per gli altri.Nicolas Grimaldi Capitello, Francesco Russo e Roberta Zavino) durante una residenza artistica. L’urgenza era quella di mostrare al pubblico la difficoltà tecnica, emotiva ed esistenziale del danzatore rispetto alla superficialità che aleggia tra chi gestisce teatri e rassegne e tra chi vede la danza come uno stupido hobby: ed è per questo motivo che ho pensato alle scarpe da punta, all’allenamento e alle regole ferree. Il parallelismo tra danzatore/insegnante, lavoratore/datore e giovane/adulto è a libera interpretazione, ma è praticamente suggerito allo spettatore proprio per stimolare la riflessione sulla mancanza di fiducia verso i giovani. Come in tutti i miei spettacoli inoltre c’è sempre un tentativo di abituare l’occhio umano alla fluidità di genere e quindi alla libertà d’espressione degli interpreti riguardo l’aspetto esteriore, il movimento e l’azione.
-Lo spettacolo richiama l’attenzione sulla condizione dell artista con una buona dose d’umorismo. Come è avvenuto il processo creativo? –Questo lavoro nasce da un assolo creato su Leopoldo Guadagno e si è sviluppato ed ampliato a 5 interpreti (Eleonora Greco,-Nel tuo percorso d’artista avrai senz’altro avuto modo di cimentarti in molteplici esperienze e stili differenti. Ad oggi quali sono le tue fonti d’ispirazione?
–La mia più grande ispirazione non ha un volto, sono contro il divismo. Mi piacerebbe molto che le stagioni teatrali diventassero appetibili come un palinsesto televisivo. Bisognerebbe sicuramente analizzare la richiesta del pubblico e l’offerta degli artisti per arrivare ad un compromesso soddisfacente per tutti. Riguardo gli stili, la danza è universale: nulla vieta di mescolare, di decostruire, di riprodurre; l’importante è avere grande consapevolezza, altrimenti tutto diventa di bassa qualità. -Un giovane e produttivo talento come te che consigli sente di dare a chi oggi si avvicina al mondo della danza? -Di farsi tante domande, di mettere in discussione la propria vita, di sentire il richiamo dal cuore e, come dico sempre, di “abbracciarsi la croce”! L’arte è complicata e necessita di un amore incondizionato per essere praticata professionalmente.Ringraziamo nuovamente Nyko Piscopo per la disponibilità e gli auguriamo mille di queste date e di questi spettacoli.
Invitiamo tutti i nostri lettori a seguire la pagina ufficiale di Cornelia, per rimanere sempre aggiornati sui prossimi appuntamenti e auguriamo lunga vita a questa straordinaria compagnia.