L’intervista
-Nel video ufficiale, troviamo un connubio magnifico tra la musica ed il calcio; secondo lei, questi due elementi, riescono a rappresentare la figura della città di Napoli?
-Napoli è una città unica, con mille contraddizioni e con mille fili conduttori.
Musica e calcio, secondo me, sono le due anime più forti di Napoli.
Sono state il mezzo con cui Napoli si è riscattata.
Non si banalizza dicendo che Napoli è una città di artisti: è la verità.
Provate a pensare a Maradona, il campo da calcio era per lui una tavolozza e il pallone il suo pennello.
Napoli è stata ed è una città che nasce e poi svela musicisti di fama non solo nazionale Pino Daniele per citarne uno ma anche internazionale, ricordate i Planet Funk? Napoli è una città dove architetti, barman, ingegneri suonano per diletto come tanti professionisti non sanno fare in Italia.
Manyus l’autore di “Born”(all’anagrafe Luca Gianfrancesco) è uno conosciuto e stimato veterinario di giorno e un musicista compositore di soul durante la notte.
Musica e calcio sono due ganci che hanno fatto risorgere Napoli e i napoletani.
-L’ultimo brano, “Born”, vede il remix di un’artista del calibro di Benny Benassi; com’è stato collaborare con lui?
-Io e Benny ci conosciamo da tanti anni e questa non è la prima volta che collaboriamo.
Benny è un artista a tutto tondo, l’unico dj-produttore italiano che ha prodotto Madonna e vincitore di un Grammy Awards.
Con “Born” è stata magia, una mattina gli ho inviato via WhatsApp il singolo nella versione originale chiedendo se avesse voglia di fare un remix, che potrete tra l’altro ascoltare nelle serie TV “La compagnia del cigno 2”, e la risposta è stata: “che disco pazzesco”.
Saputa poi la storia che stava dietro al singolo nel giro di pochi giorni con il suo team ha “sfornato” questo piccolo capolavoro.
-La danza, il calcio, i quartieri napoletani sembrano riacquisire quel valore magico che sapeva di normalità che invece, ora, si è perso con l’evolversi della pandemia; quanto pensa che manchi la normalità in questo brutto periodo e a lei cosa manca di più?
-Il regista Gennaro Monti ha saputo cogliere il senso profondo del disagio e le posso garantire che non è stato semplice girare il video in sicurezza e con tutti i permessi.
La “normalità” manca a tutti e soprattutto ai più giovani che si sono visti rubare più di un anno di vera vita.
La socializzazione è quello che mi manca e credo manchi a tutti.
Sono però un ottimista e credo che, da bravi umani in grado di adattarci a tutto, ripartiremo, forse in modo migliore.
-Si dice che il futuro è in mano ai giovani; ci sono dei ragazzi promettenti su cui sta puntando?
-Il futuro “deve” essere dei giovani, noi “meno” giovani abbiamo il compito di instradarli e di dare a loro tutte le possibilità per crescere.
Noi come casa discografica stiamo puntando su tre donne in particolare Denise Manno talentuosissima e giovane palermitana, Sanah ventiduenne polacca diplomata al conservatorio di Varsavia e Leony tedesca ventenne con all’attivo già milioni di streaming.
-Collegandomi alla domanda di prima, secondo lei cosa deve avere un giovane per colpirla?
-Deve essere reale, non omologato e con qualcosa che lo possa fare diventare unico: la voglia di farcela.
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