Bentornati con il quarto appuntamento della rubrica Zoom Spettacolo. Oggi parleremo di un grande della tradizione teatrale napoletana, Nino Taranto. Egli è solo l’attore di punta della famiglia Taranto. Il fratello Carlo era un altro grande attore e poi il figlio Corrado, anche lui, conosciuto a Napoli con una carriera teatrale, televisiva e cinematografica. Ricordiamo il sodalizio comico tra Corrado Taranto e Mimmo Sepe.
Biografia di Nino Taranto
Nino Taranto, diminutivo di Antonio Eduardo Taranto, è nato il 28 Agosto 1907 a Napoli. Il padre era un sarto del quartiere di Forcella. Secondo una tipica usanza dell’epoca, il padre lo portava sempre alle feste che seguivano ai matrimoni e Nino, già a nove anni, si esibiva cantando. Feste e ‘periodiche’ costituiscono la fase del suo ‘apprendistato’ e una prima esperienza sul palco.
Pian piano, Nino comincia a farsi notare arrivando a muovere i suoi primi passi anche nel teatro, specie di compagnie dialettali. La prima di cui fa parte è la ‘Compagnia dei piccoli’, diretta da Mimì Maggio. Studia mimo e danza e, in seguito, si unisce alla compagnia di Salvatore Cafiero. Nel 1928 risulta essere uno dei migliori interpreti di ‘sceneggiate’ creando uno stile tutto suo, fatto di mimica e improvvisazione. Si configura, sempre di più, come un lavoratore tenace dotato di una grande professionalità.
Il 1933 è l’anno della prosa. Si cimenta, soprattutto, con i testi di Ernesto Murolo. Successivamente, lo scrittura per la sua rivista anche Anna Fougez. Ha modo di lavorare con grandi nomi, quali: Titina De Filippo, Wanda Osiris e Lucy D’Albert. Col tempo, riesce ad emergere a sua volta grazie, soprattutto, ad alcune sue famose ‘macchiette’: ‘Ciccio Formaggio’ e il barone ‘Carlo Mazza’.
Cinema e Televisione
Al cinema approda nel 1938, ma il vero successo giunge solo negli anni Cinquanta. Il merito va ad una serie di film, non con grandi progetti artistici ma comunque molto gradevoli. Tuttavia, il suo talento vero viene fuori nel film “Anni facili”(1953), di Luigi Zampa, che gli vale anche un Nastro d’Argento come miglior attore protagonista come riportato da Cinematografo.it. Gli anni Cinquanta lo vedono impegnato, parallelamente, anche in teatro con i testi di Giuseppe Marotta e Raffaele Viviani andando in scena, tra gli altri, con “L’ultimo scugnizzo”, “L’imbroglione onesto” e “Morte di Carnevale”. Seguono tantissimi film in cui fa da spalla a Totò, quali “Tototruffa ’62”(1961), di Camillo Mastrocinque, e “Lo smemorato di Collegno”(1962), di Sergio Corbucci.
In tutte queste interpretazioni traspare sempre la grande ammirazione che Taranto ha per il suo collega, tanto che quando spetta a lui la battuta Nino è sempre molto rispettoso e si mostra al suo servizio. Contemporaneamente, compare moltissimo anche in TV, sia in sceneggiati che varietà. Degli anni Settanta si ricordano: “Milleluci” e “Senza Rete”, in cui fa conoscere al pubblico televisivo le sue strabilianti macchiette. Ancora in vita, gli è stato dedicato anche un programma Rai che ripercorre la sua storia: “Taranto story”(1985). Fino alla fine della sua vita, ha portato avanti la passione per il teatro continuando ad andare in scena col fratello Carlo al teatro ‘Sannazzaro’ con la compagnia di Luisa Conte.
Muore il 23 Febbraio 1986 a Napoli. Il comune di Roma gli ha dedicato una strada, mentre quello di Napoli i giardini di via Aniello Falcone che si affacciano sulla sua casa di Parco Grifeo. Sempre a Napoli, opera anche una fondazione a suo nome, creata dai familiari per mantenerne vivo il ricordo.
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