
Il Corriere di Napoli è lieto di intervistare un degno erede della tradizione teatrale napoletana con all’attivo diversi spettacoli teatrali scritti e diretti. Parliamo di Ben Maggio, nipote d’arte e attore teatrale napoletano.
Egli è solo un membro della “dinastia” Maggio, molto conosciuta a Napoli per gli attori di spicco che hanno calcato le scene. Del grande Beniamino ne ho parlato la settimana scorsa qui: Beniamino Maggio: ritratto di un gigante del teatro napoletano.
Le nostre domande a Ben Maggio
– Il nome è lo stesso del grande Beniamino e qui sorge spontanea una domanda che può incuriosire i lettori. Qual è un aneddoto dell’infanzia con tuo nonno?
Mio nonno quand’ero molto piccolo ebbe un ictus a Taranto. Stava sempre a casa, seduto; io ero piccolissimo, lui era stanco, sofferente. L’unica cosa che mi ricordo è che quando lo andai a trovare, ci mettemmo a vedere la televisione insieme solo che io guardavo la tv e lui guardava sempre la finestra.
È chiaro che non mi rendevo conto bene data la mia tenera età; lui è stato anche il mio padrino di battesimo. L’unico ricordo forte che ho è lo spettacolo al Politeama per commemorare la sua morte, c’erano Pupella, Rosalia e gli altri membri della famiglia e lì mi chiamarono sul palco per dire che ero “il piccolo” Beniamino Maggio.
– Da lì è nata la tua passione per il teatro?
No. Quand’ero piccolo scrivevo delle piccole commedie con i miei cuginetti a casa all’età di 10 anni , o forse anche meno. Il quadernetto con la scrittura elementare l’ho ritrovato in un trasloco fatto circa 3 anni fa e l’ho regalato a mio padre.
Ho fatto degli spettacoli in chiesa. Il primo spettacolo l’ho fatto con la regia di mio padre nella chiesa dei Fiorentini , avevo 13 anni e lì mi sono esibito. La mia carriera è iniziata quando mi sono iscritto alla scuola di recitazione del teatro Diana con Giancarlo Cosentino.
Mi chiesero se ero parente dei Maggio e dissi no. Poi mi presero e dissi che ero io il nipote di Beniamino Maggio. Dopo qualche anno sono tornato lì a insegnare tecniche di recitazione cinematografica.
– Tanti spettacoli a cui hai preso parte e mi chiedo qual è lo spettacolo teatrale a cui tieni di più?
Ogni spettacolo ti dà qualcosa, ogni replica ti dà qualcosa a cui non puoi rinunciare nel bene e nel male.
Forse il primo spettacolo a cui tengo di più è uno spettacolo che ho scritto nel 2013 che si chiama “Almeno una volta”, che scrissi perché persi il lavoro.
Lo spettacolo ebbe un successone, le persone pagavano il biglietto per rivederselo. E’ stato venduto ad alcune compagnie che hanno girato l’Italia; è stato il mio esordio come autore e poi all’interno dello spettacolo c’è molto di me e della visione di me stesso.
– Il teatro può aiutare nel migliorare la propria immagine, un ragazzo può trovare beneficio iniziando a recitare?
Il teatro può aiutare nella misura in cui sei predisposto a comunicare tramite questo tipo di arte. Il teatro può aiutare come arte del comunicare così come la musica, il ballo. Dipende da quello che si è.
Di base recitare per chi lo vuole fare è sempre un’esperienza. Io credo che il teatro sicuramente aiuterà un giovane con questa predisposizione. Ci si può avvicinare al teatro anche in età avanzata. Il consiglio che posso dare è divertirsi.
– Quale è il consiglio che puoi dare a un giovane attore nel difficile mondo del teatro?
Il mondo del teatro è un mondo difficile, come qualsiasi professione. Diventare famosi non è per forza una fortuna, la fortuna è essere felici.
Se la tua felicità è di vivere di questo lavoro, devi fare tanti sacrifici. Se non è questo il tuo obiettivo, divertiti solamente. Una persona che inizia per la prima volta a teatro non sa neanche dove vuole arrivare. Si inizia perché si sente qualcosa.
Il punto più alto che puoi raggiungere è la soddisfazione personale, come un applauso di 10 minuti. Una volta l’ho ottenuto, se ci penso mi vengono gli occhi lucidi. Il consiglio che do è non pensare agli attori famosi, ai soldi. Ciò che è molto importante è metterci sempre il massimo per raggiungere un obiettivo.
– Quali progetti hai per il futuro considerata anche la pandemia?
La pandemia è un’opportunità. Sembra quasi una bestemmia, ma io lo credo sul serio. Se si continua a lottare, nonostante le difficoltà, si vince.
Ho una scuola di recitazione assieme a Rita Grimolizzi, mia compagna e socia. Ci stiamo impegnando tantissimo. Lei fa un’arte diversa ma contigua, la danza. La scuola è ancora in piedi con tanti sacrifici.
L’obiettivo per il futuro è dare spazio a chi vuole cimentarsi con il teatro. Appena si riaprirà partiranno le rassegne. Spero che i teatri riapriranno entro quest’anno al 100% senza mezze misure. Non la vedo facile ma il mio sogno è che si possa riaprire con una sala piena.
Piccolo spoiler, sto scrivendo una commedia. Ho grandi aspettative. Ci tengo moltissimo perchè all’interno c’è la mia storia e questa è una piccolissima anticipazione.
– Ultimissima domanda, come non chiederti qual è il tuo attore preferito?
Totò è il mio preferito perché è in grado di farmi ridere a crepapelle anche oggi. Lui era molto bravo anche nelle parti drammatiche, la fine della sua carriera lo dimostra; il fatto che fosse amico di mio nonno mi fa inorgoglire in qualche modo. E’ troppo facile dire che il mio attore preferito sia mio nonno…
Ben Maggio segue il teatro Lazzari Felici, il teatro Spazio Punto Zero di Itri, in provincia di Latina, il teatro comunale di Barile (Pz). È insegnante di recitazione della Scuola di recitazione Beniamino Maggio a Via Giuseppe Casciaro 16, al Vomero. Nel corso della sua carriera ha lavorato con Enrico Montesano e i the Jackal.
Questo è il link della pagina facebook della scuola di recitazione: www.facebook.com/scuolabeniaminomaggio
L’intervista si conclude qui. Ben Maggio è stato il primo ad essere intervistato, la rubrica è solo all’inizio. Prossima settimana articolo sulla storia di Totò.
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