Oggi parleremo di Beniamino Maggio, grande mattatore della scena teatrale napoletana. Beniamino è solo la punta di diamante della famiglia Maggio, molto conosciuta a Napoli per gli spettacoli teatrali. Nato da una famiglia di attori con Enzo, Rosalia, Pupella e Dante fa parte della c.d. “Dinastia Maggio”.
La biografia
Beniamino è un grande interprete del teatro popolare napoletano, terzo dei dodici fratelli Maggio, tutti attori come i loro genitori (Domenico “Mimì” Maggio e Antonietta Gravante) calca il palcoscenico fin da bambino. Si forma nella scuola scarpettiana. Nella compagnia di famiglia recita insieme a personaggi di spicco come Totò e Nino Taranto, per poi approdare nell’avanspettacolo e nel teatro di rivista, dove lavora spesso in coppia col fratello Dante. Nell’immediato dopoguerra partecipa, con la sorella Pupella, altra indimenticabile protagonista delle scene, ad una rievocazione delle canzoni napoletane di gran successo. Nel 1954 entra nella compagnia di Eduardo De Filippo, nove anni dopo esordisce in TV nella commedia “Rinaldo in campo”. Muore il 6 Dicembre 1990.
Beniamino ed il teatro: l’avanspettacolo
Beniamino Maggio è stato il protagonista di un’arte allo stesso tempo sapientissima ed istintiva, primitiva e millenaria: l’avanspettacolo, genere teatrale molto diffuso a Napoli dagli inizi del ‘900 e che è stata una meravigliosa palestra per altri grandi attori come Totò e Nino Taranto. Beniamino Maggio si è formato attraverso lunghi decenni di avanspettacolo nei quali ha calcato numerosi palcoscenici e recitato per pubblici variegati, dove, ricordiamolo, molte volte, dopo i due spettacoli giornalieri, gli attori ricavavano l’equivalente di un panino alla mortadella…
Erano tempi in cui gli attori dovevano saper fronteggiare qualsiasi pubblico ed improvvisare sulla base di collaudati schemi comici che traevano origine dalla commedia dell’arte. Era il teatro più puro e genuino che sarebbe stato soppiantato dal cinema e soprattutto dalla televisione. Beniamino aveva dei tempi comici perfetti ed era un vero e proprio animale da palcoscenico. La sua faccia era una vera e propria maschera con le folte sopracciglia nere e gli occhi sgranati e sembrava provenire direttamente dal teatro antico greco.
Beniamino ed il cinema
Beniamino ha preso parte a 37 film dal 1948 al 1980, tra cui ricordiamo:
- Luna rossa, regia di Armando Fizzarotti (1951);
- Città canora, regia di Mario Costa (1952);
- Siamo ricchi e poveri, regia di Siro Marcellini (1953);
- Napoli terra d’amore, regia di Camillo Mastrocinque (1954);
- Giuramento d’amore, regia di Roberto Bianchi Montero (1955);
- Uccidi o muori, regia di Tanio Boccia (1967).
“Na sera e maggio”
Nel 1983 si riunisce la famiglia Maggio: Pupella, Rosalia e Beniamino vanno in scena col testo “Na sera e Maggio”, che fu un grandissimo successo con anni di repliche su numerosi palcoscenici italiani. Grazie a questo spettacolo egli ottenne il Premio della critica italiana per la stagione di Prosa.
Beniamino è stato uno dei più grandi attori napoletani e uno dei massimi interpreti della tradizione teatrale della nostra città, degno di stare seduto accanto a Eduardo, Scarpetta e Totò, tanto per citarne i più acclamati.
La prossima settimana intervisteremo Ben Maggio, nipote e omonimo del grande Beniamino, che sta seguendo le orme dell’illustre nonno e che magari ci racconterà qualche aneddoto sulla vita del grande attore.
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