
Si arricchisce sempre di più il calendario delle mostre del Museo Real Bosco di Capodimonte. Oltre a quelle già presenti da mesi sulla porcellana a Napoli e di Santiago Calatrava, e quelle più recenti di Christiane Lohr e Vincenzo Gemito, ecco un altro napoletano che anima il museo. Luca Giordano torna a Napoli e lo fa in grande stile.
Luca resuscita l’antico esempio del Veronese, trasfondendolo in un’atmosfera moderna di oro puro, in polvere iridata, e che indusse il disegnatore De Maria a parlare d’una “scuola ereticale, che faceva traviare dal dritto sentiero, con la dannata libertà di coscienza”: tanto era l’empito di libera pittura che vi sormontava”
Ferdinando Bologna, 1958
Si è tenuta ieri, giovedì 8 ottobre la presentazione della nuova mostra su Luca Giordano. Un incontro tra la Natura e la Pittura, come sottolineano i curatori Stefano Causa e Patrizia Piscitello:
“Caravaggio non ha disegnato (non nel senso accademico del termine), e men che mai affrescato; Giordano invece è autore di alcuni dei fogli più strepitosi del ‘6oo oltre ad aver dipinto, letteralmente, chilometri di affresco. Caravaggio ha il diavolo in corpo del vero e procede dalla pittura alla natura; Giordano fa il percorso inverso. La Pittura gli interessa mille volte di più.
D’altronde, mentre Caravaggio era ciò che si dice un cattivo ragazzo; Giordano è un integerrimo padre di famiglia. Per viaggiare viaggiò: ma spinto dall’odore dei soldi. Gli spostamenti di Caravaggio disegnano l’itinerario di un fuggiasco; quelli di Giordano sono un modello di strategia autopromozionale. I panni dell’artista maledetto gli avrebbero solo rallentato il passo”.
Il ritorno a Napoli
Un ritorno in grande stile a Napoli per Luca Giordano, voluto fortemente da Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte e da Christophe Leribault, direttore del Petit Palais di Parigi. Un connubio importante, che si ripete dopo la mostra su Gemito tenuta in Francia. La mostra “Luca Giordano. Le triomphe de la peinture napolitaine” si è tenuta dal 14 novembre 2019 al 23 febbraio 2020 mentre nella città partenopea sarà visitabile sino al 10 gennaio 2021.
In collaborazione con Amici di Capodimonte Onlus, la Sala Causa riprende vita dopo aver ospitato Caravaggio lo scorso anno: entusiasta il direttore Sylvain Bellenger.
“In questa seconda tappa, a Napoli, Giordano ci viene raccontato come non lo è mai stato prima, diversamente da Parigi. Sebbene Giordano abbia contato molto per i francesi, non lo si poteva presentare allo stesso modo ai napoletani, che sono abituati a incontrarlo frequentemente, a volte senza riconoscerlo, nel loro museo o nelle loro chiese.
I curatori hanno saputo ricollocare la particolarità del grande pittore e anche pensarlo nel contesto delle chiese napoletane, poiché in fondo è a Napoli e soprattutto nello spazio delle architetture barocche, più ancora che nei musei, che Giordano si mostra in tutta la sua dimensione e dà prova del mestiere e della visione che porterà fino in Spagna, con i rapimenti trionfanti e gioiosi che rendono il monastero dell’Escorial un luogo un po’ meno austero”.

Un grande ritorno per colui che si ispirò alla pittura veneta, a Ribera, Mattia Preti e Michelangelo Merisi: un legame viscerale e mediterraneo che riporta Luca Giordano all’ombra del Vesuvio.
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