Io sono Mia. Si intitola così l’omaggio di Rai 1 ad un artista capita troppo tardi. Andrà in onda stasera in replica dopo il grande successo dell’anno scorso con una grande performance di Serena Rossi. La vita travagliata di Mimì, influenzata dalle calunnie nei suoi confronti, battute con il suo capolavoro: Almeno tu nell’universo, cantata dall’attrice partenopea insieme a Claudio Baglioni l’anno scorso al Festival di Sanremo.
Un omaggio doveroso a 25 anni dalla morte di una delle più grandi ed incomprese cantanti della storia della musica italiana. Mia Martini venne trovata morta il 14 maggio 1995 a Cardano al Campo. Il decesso però avvenne due giorni prima: una morte solitaria, specchio della sua vita, lasciata spesso sola per la nomea di portare sfortuna. Deceduta all’età di 47 anni, la sorella di Loredana Bertè stava preparando una versione di “Luna rossa” per il suo preferito “Festival di Napoli” dove nel ’93 si era esibita con “Cu ‘mme” di Enzo Gragnaniello ed in compagnia di Roberto Murolo.
Ah, comme se fà, a dà turmiento a ll’anema ca vo’ vula’? Si tu nun scinne ‘nfunno, nun ‘o può sapé!
I GRANDI SUCCESSI
Mia Martini non ha mia vinto Sanremo. Il Festival tanto agognato che probabilmente avrebbe permesso di essere davvero la #1 della musica italiana. Sono tanti i successi che hanno segnato la storia della musica italiana, con il riconoscimento dei più grandi dello spettacolo. Le Figaro parlava di una stella quando cantò all’Olympia di Parigi con Charles Aznavour. Infatti la cantante calabrese dopo le vittorie del Festival bar del ’72 e ’73 con “Piccolo uomo” e “Minuetto” comincia il successo anche all’estero.
Una tournée obbligatoria dopo le cattiverie della gente avendola additata come porta sfortuna, in particolare dopo la morte di un musicista dopo un concerto. Periodi in cui non fu mai più invitata, la delusione d’amore con Ivano Fossati, ma soprattutto la rivincita musicale, in maniera rabbiosa.“E non finisce mica il cielo” la porta a lasciare per un periodo la musica, nonostante la nascita del premio della Critica per il premio da attribuirle, prima del ritorno con “Spaccami il cuore” che la fa soffrire ulteriormente per una vittoria che non divenne realtà.
Successo al Festival che sarebbe potuto arrivare grazie ai capolavori “Almeno tu nell’universo” del 1989 e “Gli uomini non cambiano” del 1992. Il primo, fu un’autentica meraviglia, ma dovette accontentarsi ancora del premio della Critica, nonostante gli apprezzamenti di Renato Zero e Adriano Celentano, in piedi all’Ariston per la performance. Dopo aver sfiorato la vittoria arrivando al secondo posto con il secondo brano sopracitato, Mia Martini recupera il rapporto con Loredana Bertè, sua sorella, che aveva rischiato di morire suicida a causa del divorzio con il divo tennista svedese Bjorn Borg. La sorella più piccola si sentirà in colpa dopo non aver risposto a Mimì nei giorni precedenti alla morte.
Io sono Mia, per sempre Mia. Una donna coraggiosa, forse che ha anticipato il futuro, sia per quanto riguarda a modernità romantica dei pezzi, sia per la lotta contro le maldicenze e i pregiudizi. Una storia da ricordare. Oltre i capolavori musicali, per imparare e non dimenticare.
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